RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

venerdì 21 febbraio 2025

RAPPORTO DI TRASPARENCY INTERNATIONALE: ATTUALE PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE

 



L'ultima classifica sull'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International è stata pubblicata l'11 febbraio 2025. Questa edizione valuta 180 Paesi e territori in base ai livelli percepiti di corruzione nel settore pubblico, utilizzando una scala da 0 (altamente corrotto) a 100 (molto pulito). Secondo il rapporto, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 54, posizionandosi al LII (52) posto a livello globale e al XIX (19) tra i 27 Paesi membri dell'Unione Europea. L’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International è uno strumento che cerca di misurare in termini oggettivi quanto la corruzione sia percepita all'interno del settore pubblico e politico di un Paese. Non si tratta di un dato oggettivo sulla corruzione reale, ma di un’indagine basata su valutazioni di esperti e sondaggi d’opinione, che coinvolgono imprenditori, analisti e specialisti di diverse istituzioni. L’obiettivo è fornire un quadro comparativo della trasparenza e dell’integrità delle amministrazioni pubbliche in tutto il mondo. Per stilare questa classifica, Transparency International si affida a 13 fonti indipendenti, tra cui rapporti della Banca Mondiale, del World Economic Forum e di Freedom House, che analizzano diversi aspetti legati alla corruzione. Ma cosa viene preso in considerazione, concretamente? Uno degli elementi principali è la presenza di tangenti e pagamenti illeciti nel settore pubblico. Si cerca di capire in che misura funzionari e politici utilizzano il proprio ruolo per ottenere vantaggi personali, chiedendo compensi non dovuti per accelerare pratiche burocratiche, assegnare appalti o favorire determinate aziende. Un altro aspetto chiave è l'indipendenza del sistema giudiziario. Se i tribunali di un Paese sono soggetti a pressioni politiche o economiche, diventa difficile perseguire la corruzione in modo efficace. Un sistema giudiziario forte, invece, è essenziale per garantire che chi commette reati di questo tipo venga effettivamente punito. La trasparenza nell’accesso alle informazioni pubbliche è un ulteriore parametro importante. In molti Paesi ottenere dati sui finanziamenti ai partiti politici o sui bilanci statali è difficile, se non impossibile. Dove invece esistono leggi che obbligano le istituzioni a rendere pubbliche queste informazioni, i livelli di corruzione tendono a essere più bassi. Un altro elemento valutato è l’influenza del settore privato sulla politica. Quando i governi sono fortemente dipendenti dalle donazioni delle grandi aziende o quando esiste un fenomeno diffuso di “porte girevoli” (funzionari pubblici che passano a lavorare per le stesse aziende che prima regolamentavano), il rischio di corruzione aumenta sensibilmente. Infine, viene considerata anche la presenza di meccanismi di contrasto alla corruzione. Se in un Paese esistono enti indipendenti con il potere di indagare sugli abusi e se chi denuncia casi di corruzione viene protetto dalla legge, la probabilità che questi fenomeni vengano contenuti è maggiore. Tuttavia, è bene ricordare che questo indice ha anche dei limiti. Non misura la corruzione effettiva, ma solo la percezione che se ne ha. Inoltre, può essere influenzato da scandali mediatici recenti: un Paese che ha appena scoperto un grande caso di corruzione potrebbe vedere il suo punteggio peggiorare, anche se in realtà la scoperta dimostra che il sistema di controllo sta funzionando. Allo stesso modo, Paesi con un livello di libertà di stampa molto basso potrebbero risultare “poco corrotti” semplicemente perché i casi di corruzione non vengono denunciati. Nonostante questi limiti, l'Indice di Percezione della Corruzione rimane uno degli strumenti più utilizzati per comprendere quanto la corruzione sia diffusa nel mondo e quali Paesi stiano facendo progressi nel contrastarla. Guardare come si muovono i punteggi nel tempo può dare un’idea di quali governi stiano lavorando per migliorare la trasparenza e quali, invece, stiano perdendo terreno. Danimarca, Finlandia e Singapore guidano la classifica dei Paesi meno corrotti con punteggi rispettivamente di 90, 88 e 84, mantenendo le loro posizioni di vertice grazie a sistemi di ‘governance’ trasparenti e istituzioni pubbliche solide. Per quanto riguarda i più corrotti, il Sud Sudan scende all'ultimo posto con un punteggio di 8, sostituendo la Somalia, che ora ha un punteggio di 9. Questi Paesi affrontano sfide significative legate a conflitti interni e istituzioni deboli. Oltre due terzi dei Paesi analizzati hanno ottenuto un punteggio inferiore a 50, indicando livelli preoccupanti di corruzione percepita. In particolare, 47 nazioni hanno registrato i loro punteggi più bassi nell'ultimo decennio, segnalando una stagnazione o un peggioramento negli sforzi anticorruzione. L'Italia ha ottenuto un punteggio di 54, posizionandosi al LII (52) posto a livello globale e al XIX (19) tra i 27 paesi dell'Unione Europea. Questo rappresenta un calo di 2 punti rispetto all'anno precedente, interrompendo una tendenza di miglioramento che aveva visto un aumento di 14 punti dal 2012. Il calo nel punteggio dell'Italia è attribuito a recenti riforme e questioni irrisolte che hanno indebolito i progressi nella lotta alla corruzione. La mancanza di una strategia nazionale anticorruzione e il ritardo nella trasposizione di direttive europee sono tra le principali criticità evidenziate. La Spagna ha registrato un punteggio di 56, scendendo al XLVI (46) posto. Questo declino è attribuito a uno "stallo legislativo" nelle politiche anticorruzione e alla mancanza di una strategia nazionale efficace. Il Regno Unito ha mantenuto il XX (20) posto con un punteggio di 71, il più basso da quando l'indice è stato introdotto ed è stato redatto il primo rapporto (2012). Questo risultato è influenzato da recenti scandali politici e preoccupazioni riguardo alla trasparenza nei finanziamenti ai partiti. Gli Stati Uniti hanno visto un calo nel loro punteggio, scendendo al XXVIII (28) posto con un punteggio di 65. Le critiche si sono concentrate sulla mancanza di meccanismi efficaci di ‘enforcement’ nel ramo giudiziario. L’Australia è rientrata tra i primi 10 Paesi più trasparenti, con un punteggio di 77. Questo miglioramento è attribuito a riforme introdotte nel 2024, tra cui leggi contro la corruzione straniera e il riciclaggio di denaro. Il rapporto evidenzia come la corruzione ostacoli le azioni efficaci contro il cambiamento climatico, impedendo l'adozione di politiche ambiziose e la corretta allocazione dei fondi destinati alla sostenibilità ambientale. Nonostante alcune eccezioni positive, la maggior parte dei Paesi ha fatto pochi progressi nell'affrontare la corruzione nell'ultimo decennio, con oltre 120 nazioni che registrano punteggi inferiori a 50. In conclusione, il recente rapporto sull’Indice di Percezione della Corruzione di Trasparency International sottolinea la necessità di rinnovati sforzi globali per combattere la corruzione, promuovere la trasparenza e rafforzare le istituzioni democratiche, soprattutto in un contesto in cui la corruzione può compromettere seriamente le iniziative cruciali come quelle legate al cambiamento climatico. La classifica conferma che la lotta alla corruzione resta una sfida globale irrisolta, con progressi lenti e, in alcuni casi, segnali di regressione. L'Italia, così come altri Paesi europei, deve rafforzare il proprio impegno, adottando misure più incisive per garantire trasparenza, indipendenza giudiziaria e un'efficace strategia anticorruzione. Senza un'azione concreta e determinata, il rischio è quello di un'ulteriore perdita di fiducia nelle istituzioni e di un indebolimento della democrazia. RR