RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 26 febbraio 2025

CAMBIO DELLA GUARDIA IN GERMANIA, DESTRA ED ESTREMA DESTRA AL DIALOGO



Dopo le elezioni del 23 febbraio 2025 la politica tedesca ha vissuto un riassetto dei rapporti tra la CDU/CSU, principale forza di centrodestra, e l’AfD, rappresentante dell’estrema destra. Entrambe le forze politiche hanno visto crescere il loro consenso, anche se in modi diversi: la CDU/CSU ha avuto una moderata ripresa, mentre l’AfD ha registrato risultati storici, consolidandosi soprattutto nell’ex Germania dell’Est e aumentando la sua influenza a livello nazionale. Questo nuovo scenario ha causato tensioni all’interno della CDU/CSU e alimentato un dibattito che ha superato i confini tedeschi. Fin dalla fondazione l’AfD è stata ritenuta inaccettabile come alleato dai principali partiti tradizionali. Per la CDU/CSU una collaborazione con l’AfD violerebbe i principi fondamentali del partito, radicati nella memoria storica del dopoguerra e nella volontà di evitare ogni deriva estremista. Questa posizione è rafforzata dall’immagine dell’AfD come forza populista con frange apertamente estremiste. Tuttavia, il successo elettorale del partito di destra ha reso difficile ignorarne il peso. Nelle regioni orientali e rurali l’AfD ha superato la CDU in molti distretti. Esponenti della CSU bavarese e della CDU nei Länder orientali hanno iniziato a valutare una collaborazione su questioni specifiche come sicurezza, immigrazione e politiche energetiche. Nel frattempo, l’ala più moderata della CDU/CSU, forte nelle grandi città e nelle regioni occidentali, si oppone fermamente a qualsiasi apertura, vedendola come un tradimento dei principi democratici del partito. Questa divisione interna riflette due impostazioni contrapposte: una pragmatica, che cerca di consolidare i consensi dialogando con l’AfD, e una tradizionalista, che punta a mantenere una netta separazione tra centrodestra ed estrema destra. Nel frattempo, l’AfD ha colto l’occasione per ottenere maggiore legittimazione. A livello nazionale ha cercato di moderare il linguaggio più radicale, presentandosi come una forza politica capace di governare. Allo stesso tempo, nelle regioni orientali e tra le frange più radicali, ha mantenuto una retorica fortemente anti-immigrazione e antieuropeista. Questa doppia strategia ha contribuito a rafforzare la sua base elettorale, ma ha complicato ulteriormente un possibile avvicinamento con la CDU/CSU. Le implicazioni non si fermano al contesto nazionale. Partner europei come Francia e Italia hanno espresso preoccupazioni per la crescente legittimazione dell’AfD, temendo che possa influenzare il panorama politico dell’UE. L’Unione Europea osserva con apprensione il cambiamento dell’orientamento tedesco, mentre gli Stati Uniti considerano cruciale la stabilità politica della Germania per il mantenimento dell’ordine transatlantico. Nei mesi seguenti la CDU/CSU si è trovata a dover affrontare pressioni interne crescenti. Da una parte, esistono richieste di maggiore apertura verso l’AfD per affrontare temi specifici; dall’altra, l’idea di un’alleanza ufficiale resta inaccettabile e rischiosa, anche se non si può escludere del tutto una forma di collaborazione indiretta su alcuni temi strategici. Questa situazione obbliga la CDU/CSU ad un ripensamento, che coniughi un equilibrio tra pragmatismo e fedeltà ai propri principi storici, mentre la Germania cerca di preservare il ruolo di guida moderata in Europa. Pur rimanendo euroscettica, l’AfD potrebbe ammorbidire la propria posizione per guadagnare maggiore peso a Bruxelles. Tuttavia, un eventuale avvicinamento all’UE potrebbe alienare una parte del suo elettorato più radicale. Il modo in cui l’AfD gestirà questo equilibrio determinerà se resterà una forza critica verso l’Unione o se cercherà di modificarne le dinamiche dall’interno. Anche il riferimento a Elon Musk potrebbe riflettere il tentativo di alcune forze politiche tedesche di acquisire maggiore credibilità in ambito economico e tecnologico. L’AfD, in particolare, potrebbe cercare di costruire un’immagine più moderna e proiettata verso l’innovazione, sfruttando la popolarità di figure come Musk per ampliare la propria base elettorale. Tuttavia, questa strategia potrebbe rivelarsi complessa, poiché richiederebbe di bilanciare il proprio tradizionale euroscetticismo con una maggiore apertura verso investimenti e innovazioni che spesso necessitano di un contesto europeo integrato. Nel complesso, la Germania sembra destinata a mantenere una posizione intermedia tra il dialogo con governi euroscettici e la difesa dell’unità europea. Sebbene la CDU/CSU possa sentirsi costretta a rivedere alcune posizioni, difficilmente abbandonerà il suo tradizionale ruolo di promotore dell’integrazione. Berlino continuerà a mediare tra correnti politiche opposte, lavorando per preservare la stabilità e la solidità dell’UE.  L’AfD ha costruito nel tempo legami con alcuni partiti europei di destra o estrema destra, accomunati da critiche verso l’UE, l’immigrazione e le politiche climatiche. Sebbene non esista un’alleanza rigida, l’AfD condivide con queste forze una visione fortemente orientata alla sovranità nazionale e critica delle istituzioni europee. Il caso tedesco rimane unico per la rigidità con cui la CDU/CSU evita di avvicinarsi all’AfD. Altrove le forze della destra tradizionale tendono a adottare approcci più ambigui: in alcuni casi si orientano verso cooperazioni tematiche o cercano di attrarre l’elettorato dell’estrema destra, in altri casi integrano alcune delle sue istanze senza formalizzare alleanze. In Francia il Rassemblement National ha cercato di attrarre elettori di centrodestra, mentre i Républicains resistono a un avvicinamento formale, affrontando pressioni simili a quelle della CDU/CSU. In Polonia e Ungheria, governi come  PiS (il partito polacco Diritto e Giustizia) e Fidesz (Fidesz è il partito politico ungherese guidato dal primo ministro Orbán) hanno adottato posizioni che in altri contesti sarebbero classificate come estremiste, rendendo il confine tra destra e estrema destra più sfumato. In Italia, la Lega e Fratelli d’Italia hanno costruito una piattaforma che mescola elementi di destra e di estrema destra, mentre in Spagna il Partido Popular mantiene una distanza più netta da Vox, pur condividendo alcune battaglie identitarie. La Germania resta un caso emblematico per la fermezza della destra ‘mainstream’ nel mantenere una chiara separazione dall’estrema destra. Esponenti dell’AfD hanno avuto contatti con Fratelli d’Italia e con la Lega, soprattutto durante la fase in cui quest’ultima era più marcatamente orientata su posizioni sovraniste e critiche verso l’Unione Europea. L’AfD condivide con queste forze politiche una visione euroscettica, un’attenzione prioritaria ai temi dell’immigrazione e un approccio improntato alla tutela della sovranità nazionale. Tuttavia, le differenze culturali, storiche e di contesto politico tra Germania e Italia hanno spesso limitato l’intensità di questi legami. L’AfD ha guardato con interesse a Fratelli d’Italia, soprattutto negli ultimi anni, quando il partito guidato da Giorgia Meloni è cresciuto a livello nazionale e internazionale. Fratelli d’Italia, pur condividendo alcune battaglie identitarie, ha invece adottato una linea cauta con l’AfD, cercando di mantenere una distanza politica per salvaguardare la propria immagine di forza di governo nazionale e di interlocutore credibile nelle istituzioni europee. Le differenze tra i due contesti politici e la diversa posizione dei rispettivi partiti sulla scena nazionale hanno quindi fatto sì che i rapporti tra AfD e la destra italiana si configurassero più come un terreno di scambio occasionale, piuttosto che come un’alleanza strategica. RR