RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 23 gennaio 2025

UN LIBANO SOPRAFFATTO DALLA CRISI CERCA ORA LA VIA PER LA RINASCITA (Gennaio 2025)

 


Il Libano si trova in una situazione di profonda crisi politica, economica e sociale, aggravata dalle recenti tensioni regionali e dal ruolo dominante di Hezbollah sulla scena nazionale. Il Paese, che un tempo rappresentava un modello di convivenza tra diverse comunità religiose e culturali, è ora intrappolato in una rete di rivalità settarie e pressioni geopolitiche. La recente designazione di Nawaf Salam come primo ministro ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto da parte del cosiddetto ‘duo sciita’, formato da Hezbollah e Amal. Entrambi i partiti si sono opposti alla nomina di Salam, accusandolo di voler marginalizzare l'influenza sciita nella formazione del nuovo governo. Salam ha cercato di rassicurare gli oppositori sottolineando che il suo obiettivo è l'inclusione e non l'esclusione. Il contesto politico è delicato, è segnato dalle ferite lasciate dai recenti conflitti con Israele e dalle critiche crescenti al ruolo di Hezbollah. Salam, con un passato come giudice presso la Corte Internazionale di Giustizia e diplomatico all’Onu, ha una profonda conoscenza del Libano meridionale, grazie anche ai legami familiari nella regione di Tiro e al matrimonio con una donna di Sidone. Hezbollah, sostenuto dall'Iran, è da decenni il principale attore non statale armato in Libano. Il partito ha consolidato il suo potere con il pretesto della resistenza contro Israele, ma i recenti conflitti hanno sollevato domande sul suo ruolo e sui suoi obiettivi. L’intervento di Hezbollah nel conflitto con Israele, in solidarietà con Hamas dopo l'operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre 2023, è stato visto come una decisione unilaterale che ha esposto il Libano a nuove tensioni. Questo intervento ha rafforzato la narrazione americana e israeliana che considera Hezbollah e Hamas responsabili di aver scatenato un conflitto evitabile. Inoltre, l’appoggio di Washington alla campagna israeliana ha rafforzato il consenso bipartisan negli Stati Uniti, rendendo più difficile per Hezbollah giustificare le sue azioni agli occhi della comunità internazionale e, sempre più, a quelli della popolazione libanese. Parallelamente, il Libano sta affrontando una crisi economica senza precedenti. La valuta nazionale ha perso oltre il 90% del suo valore rispetto al dollaro, mentre l’inflazione e la disoccupazione continuano a salire. La popolazione libanese, già gravemente colpita dall’esplosione al porto di Beirut nel 2020, si trova a dover affrontare blackout energetici, scarsità di beni di prima necessità e un sistema sanitario al collasso. Nonostante ciò, un nuovo sentimento di partecipazione politica sembra emergere tra i cittadini libanesi, stanchi delle divisioni settarie e della corruzione delle élite politiche. Il generale Joseph Aoun, recentemente nominato presidente, rappresenta una figura di rottura con il passato. La sua elezione è vista da molti come un segnale di cambiamento e un tentativo di riportare il Paese verso una ‘governance’ basata sulla cittadinanza piuttosto che sulla dominazione settaria. Il Paese deve affrontare una ricostruzione economica, sociale e politica, mentre cerca di bilanciare le pressioni esterne e le tensioni interne. La capacità del nuovo governo di promuovere il dialogo tra le diverse fazioni sarà cruciale per garantire una transizione verso una maggiore stabilità. Hezbollah, da parte sua, si trova di fronte a un bivio: continuare a esercitare un potere dominante che alimenta le divisioni interne o scegliere una via basata sul consenso e sulla cooperazione. La popolazione libanese ha dimostrato di desiderare un cambiamento, opponendosi all’isolamento e alla marginalizzazione di qualsiasi gruppo, ma anche rifiutando l’arroganza e la politicizzazione estrema che hanno caratterizzato il passato recente. Come si è detto in precedenza, il ‘duo sciita’ è composto da Hezbollah e dal movimento Amal e  rappresenta una delle forze politiche più influenti del Paese, in particolare all'interno della comunità sciita. Queste due organizzazioni, pur avendo origini e ruoli differenti, collaborano strettamente per consolidare il loro potere politico e militare, affrontando nello stesso tempo crescenti critiche sia interne che esterne. Hezbollah oggi è la forza politica e militare dominante ed esercita un controllo significativo su molti aspetti della vita istituzionale. La sua milizia non è stata disarmata dopo la fine della guerra civile e continua a essere una fonte di tensione interna. Hezbollah ha spesso giustificato il suo ruolo militare con la necessità di difendere il Libano da Israele, ma le sue azioni unilaterali, come la guerra del 2006 o il recente coinvolgimento nei conflitti regionali a sostegno dell'Iran, hanno esposto il Paese a pressioni e sanzioni internazionali. Il movimento Amal si concentra principalmente sulle questioni sociali ed economiche che riguardano la comunità sciita. Guidato da Nabih Berri, presidente del Parlamento da oltre tre decenni, Amal con Hezbollah forma un blocco che garantisce agli sciiti una forte rappresentanza politica. Tuttavia, Amal, diversamente da Hezbollah, preferisce utilizzare canali politici per esercitare la sua influenza. Attualmente il ‘duo sciita’ si trova in una posizione delicata. Da un lato continua a dominare la politica libanese, ma dall’altro deve affrontare sfide significative. Il crescente malcontento popolare sta erodendo la fiducia della popolazione, anche all’interno della comunità sciita. Le pressioni internazionali su Hezbollah stanno aumentando. Il futuro del ‘duo sciita’ dipenderà dalla loro capacità di trovare un equilibrio tra la necessità di mantenere il loro potere e l’esigenza di adattarsi a un Paese che sta cambiando. La popolazione libanese è sempre più determinata a superare le divisioni settarie e a costruire un sistema politico basato sulla cittadinanza e sulla cooperazione piuttosto che sulla dominazione di pochi gruppi. Se Hezbollah e Amal non sapranno adattarsi a questa nuova realtà, il loro ruolo potrebbe essere ridimensionato, aprendo la strada a un cambiamento più profondo nel panorama politico del Libano. Il futuro del Libano pertanto è un mix di grandi sfide e opportunità di cambiamento. In un contesto regionale sempre più complesso il Libano deve riscoprire le sue radici di pluralismo e coesione per affrontare le sfide che lo attendono; dovrà avviare riforme profonde, ristrutturare il settore bancario e attrarre investimenti internazionali. Molti libanesi chiedono un sistema basato sulla cittadinanza e sulla meritocrazia. Un cambio di paradigma non sarà facile, dato che le élite tradizionali, tra cui il ‘duo sciita’ di Hezbollah e Amal, sono radicate nel sistema e riluttanti a cedere potere. A livello regionale, il Libano continua a essere influenzato dai giochi di potere delle grandi potenze. Il ruolo di Hezbollah e il suo legame con l’Iran lo rendono un attore chiave, ma anche un fattore di instabilità, soprattutto per le tensioni con Israele. In un contesto di conflitti in evoluzione sarà cruciale per il Libano trovare un equilibrio tra la sua sovranità e le pressioni internazionali, evitando di diventare il terreno di scontro tra potenze esterne. La nomina del generale Joseph Aoun a presidente e le richieste di maggiore partecipazione politica da parte dei cittadini potrebbero essere il primo passo verso un futuro più stabile. In conclusione, le prospettive del Libano sono legate alla capacità dei suoi leader e della sua popolazione di superare le divisioni per costruire un sistema che guardi al futuro piuttosto che rimanere ancorato al passato. Sarà un percorso lungo, ma non impossibile per le potenzialità del Paese. RR