RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 5 giugno 2023

LE RECENTI ELEZIONI IN IRAN (3-3-2016)

 


Recentemente si sono svolte in Iran le elezioni per il rinnovo del Parlamento e dell'Assemblea degli Esperti. Per comprendere il risultato delle elezioni è necessario innanzitutto precisare la rilevanza dei due organi nella complessa architettura 'a doppio binario' della Repubblica Islamica. Ai vertici del regime, come strutturato a seguito della rivoluzione del 1979, c'è una diarchia ad impronta teocratica che comporta una stretta relazione fra Stato e istituzione religiosa. Questo assetto istituzionale ha come corollario una grande influenza dell'organizzazione confessionale sciita sull'apparato amministrativo e di governo. La teocrazia in tutte le sue possibili varianti, oltre ad essere  una forma di governo, è anche un sistema culturale in quanto è caratterizzata dall'influenza della visione etica dell'elemento religioso nel tessuto sociale, condizionandone i linguaggi, le abitudini, le pratiche quotidiane. La Guida Suprema dello Stato iraniano è la massima autorità religiosa;  sovrintende alla designazione delle più alte cariche, oltre ad essere anche il comandante delle forze armate. Il vertice del potere esecutivo è invece il Presidente,  che è una carica 'civile' in quanto è eletto dal popolo (ha un mandato di 4 anni che consecutivamente può essere rinnovato una sola volta): oltre a nominare i Ministri e a presiedere il Governo, decide le leggi e le iniziative da sottoporre all'approvazione del Parlamento. Attualmente la Guida Suprema è l'ayatollah Khamenei, espressione di uno spirito conservatore teocratico e reale freno al progresso, mentre il Presidente è Rouhani, animato da una volontà riformista e di apertura verso l'occidente. L'Islam, che presiede lo Stato islamico attraverso l'applicazione della Sharia - al punto che il costituzionalismo di fatto non esprime, come nella tradizione occidentale, la separazione dei poteri, ma la fedeltà ai principi divini -  introduce un'istanza statica in quanto la legge divina è immutabile e non dipende dalle contingenti vicende umane. Al contrario la politica imprime un carattere dinamico alle vicende della società iraniana, attraverso il potenziale potere di cambiare che esprimono i cittadini mediante le opzioni elettorali. Pertanto, il rapporto fra Islam e politica nel sistema iraniano è dialettico, al contrario della coincidenza 'statica' fra i due termini che si riscontra normalmente nei regimi islamici teocratici, generalmente di confessione sunnita. Si realizza così in Iran una difficile sintesi fra modernità e tradizione. L'ex presidente dell'Iran, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, così ha espresso questa realtà: "Quando mai nella storia dell’Islam si è visto un parlamento, un presidente, un ministro e un governo?  In realtà l’80% di quello che facciamo non ha precedenti nella storia dell’Islam". Le recenti elezioni hanno riguardato l'Assemblea degli esperti e il Parlamento. L'Assemblea degli Esperti è composta da 86 giuristi e accademici islamici eletti ogni otto anni con suffragio universale; ha l'importante potere di indicare ed eventualmente esautorare la Guida Suprema. Il Parlamento è composto da 290 deputati ed esercita principalmente il potere legislativo. Le elezioni hanno confermato un brillante successo dei riformatori e dei moderati. Pertanto, di fatto è stata premiata la linea riformista che il Presidente Rouhani, non senza difficoltà, ha portato avanti fin dall'inizio, seppur con cautela, con progressiva decisione, e che si è concretizzata in una manifesta volontà di apertura verso l'occidente e nel noto accordo per l'impiego dell'energia nucleare per scopi civili. La conferma delle scelte del leader Rouhani apre prospettive importanti per l'occidente, in quanto l'Iran, con il suo impegno contro il fondamentalismo sunnita - che ha la sua punta avanzata nell'Isis - sempre più appare come quel partner affidabile nel mondo islamico di cui l'occidente ha un bisogno essenziale. L'Iran come passo ulteriore dovrebbe rimuovere la sua inattuale ostilità nei confronti di Israele. Forse arriverà anche a questo, ma sarà un cammino difficile, perché le scelte di opportunità politica del potere centrale dovranno contrapporsi e  superare l'istintivo radicalismo che sulla questione manifesta la base popolare. Roberto Rapaccini