RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

sabato 3 giugno 2023

L’ATTUALITA' DI GESU' NELL’ISLAM CONTEMPORANEO (12.09.2020)

 

In questo momento di concrete frizioni – spesso emotivamente enfatizzate - fra l’Islam politico e l’Occidente, può essere utile ricordare alcuni punti di contatto fra la religione musulmana e quella cristiana. Il primo aspetto su cui riflettere è la figura di Cristo. Gesù è oggetto di importante considerazione anche nel mondo islamico. Naturalmente non gli si attribuisce la centralità che ha nel Cristianesimo, che lo riconosce come Dio fatto uomo e come il Messia atteso (ancora) dalla tradizione ebraica; tuttavia, i musulmani credono che Gesù – Isa in arabo – sia un grande profeta. In proposito il dibattito sui suoi insegnamenti dovrebbe essere considerato di grande attualità nella crisi e nelle divisioni dell’Islam contemporaneo. Gesù evidenziò la necessità di una riforma religiosa che superasse i confini e abbandonasse le strettoie di quella comprensione strettamente letterale delle sacre scritture che vigeva nel suo tempo: allora gli Ebrei conferivano infatti alle scritture un valore eccessivamente ‘legalistico’. In proposito, nel Vangelo di Matteo Gesù precisa di non essere venuto per abolire la legge, ma per dare compimento ad essa. Chiarisce successivamente: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Analogamente Giovanni afferma che la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma è per mezzo di Gesù Cristo che sono venute la grazia e la verità. Pertanto, per un cristiano la formale e rigorosa adesione alla legge non è sufficiente per ottenere la salvezza, ma è solo una precondizione di essa. Questo concetto è esplicitato nelle parole rivolte da Cristo al giovane ricco che aveva puntualizzato di aver osservato tutti i comandamenti: ...se vuoi essere perfetto, offri tutti i tuoi beni ai poveri, poi seguimi, poiché il regno di Dio non è per i ricchi. Questa lunga premessa evidenzia che gli Ebrei stavano vivendo in quei tempi una crisi religiosa simile a quella dei musulmani di oggi. Il mondo musulmano, come è noto, è estremamente composito: all’interno della galassia islamica è possibile individuare numerose correnti interpretative. È prevalente il doveroso rispetto dei contenuti formali della legge, mentre vengono considerate con estrema cautela eventuali istanze di riforma. Al riguardo hanno spesso esiti radicali le posizioni ideologiche di quelle correnti che sostengono la necessità di ripristinare la purezza dell’Islam delle origini mediante l’osservanza letterale del Corano (segnatamente i Wahabiti e i Salafiti). Paradossalmente le esigenze di riforma emerse i nei moti di rivolta della Primavera Araba (2010-2012) - che hanno avuto moventi spiccatamen­te laici, che possono essere riassunti nel diffuso malessere per una società cristallizzata su posi­zioni antidemocratiche e caratterizzata da una inaccetta­bile diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza – pur promosse da gruppi eterogenei laici, hanno prodotto come risultato a lungo termine il ritorno a regimi fondamentalisti: i popoli arabi, nel richiedere cambiamenti, non potevano infatti avere come modello le democrazie occidentali, da sempre considerate corrotte e lontane da valori spirituali e religio­si. Al contrario, il nuovo Stato arabo, solo se fondato su una piena applicazione dei valori dell’Islam depurati da qualsiasi modernità, sarebbe stato in grado di assicurare un sistema perfetto oltre che giusto. Ciò premesso si richiama l’attenzione sul fatto che la predicazione di Cristo nell’enunciare la buona Novella, come detto in precedenza, non rinnegava le preesistenti scritture, ma si limitava a censurarne l’ossessiva osservanza dei dettagli e solo un superficiale e formale rispetto dei principi morali che ne costituivano il presupposto. Gesù ha affrontato e dato soluzione ad una crisi religiosa originata da uno sterile legalismo e pertanto analoga a quella determinata attualmente dagli esiti talvolta cruenti e violenti causati da una rigida e letterale applicazione della Sharia. La legge coranica, quando disciplina i rapporti interpersonali, è senza dubbio ispirata da istanze di reale giustizia. Tuttavia, una declinazione acritica delle norme, che non tenga conto delle circostanze del caso concreto e delle finalità delle disposizioni, ne uccide lo spirito e può facilmente portare alla consumazione di ingiustizie. Roberto Rapaccini