RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 5 giugno 2023

LA TURCHIA FRA ISLAM E LAICITA' (22-1-2016)


La Turchia ha un'importanza centrale nell'attuale crisi siriana e più in generale nei precari equilibri della regione mediorientale. Il suo ruolo spesso poco chiaro forse è il corollario di un quesito di fondo: la Turchia è uno stato laico o islamico? È un'appendice dell'occidente in Asia o è la punta avanzata dell'oriente in Europa? È un pezzo di Medio Oriente in occidente o un pezzo di occidente in Medio Oriente? Probabilmente tutte queste opzioni hanno un fondo di verità in quanto questo Stato è il diretto erede dell'impero ottomano che realizzò una sintesi fra la realtà balcanica europea e la civiltà anatolica. Simbolicamente sul Bosforo c'è un ponte lungo più di un chilometro, che unisce non solo due parti distanti della città, ma due continenti, Asia ed Europa. Questo ponte è il simbolo di quella doppia anima che pone spesso la Turchia al centro di delicate questioni geopolitiche, che si ripercuotono sulle sue vicende nazionali. La natura ambigua del Paese, oltre che attraverso la sua collocazione geografica, può essere compresa anche ripercorrendo la storia dello Stato turco nel XX secolo, nel quale, attraverso colpi di Stato e rivolte, si sono alternati istanze di radicale laicizzazione, di cui i militari furono i maggiori garanti, ad un periodico riemergere di un'anima conservatrice fondamentalista che ha promosso processi di islamizzazione. In proposito, nel Novecento la storia turca si è articolata attraverso queste  tappe fondamentali. Nel 1923 Mustafa Kemal Ataturk, divenuto leader del Partito Popolare Repubblicano, dopo aver deposto il sultano Maometto VI sulle ceneri dell'Impero Ottomano fondò la Repubblica turca, di cui fu il primo presidente. Kemal Ataturk è considerato eroe nazionale e padre della Turchia moderna: avviò una puntuale modernizzazione coniugando uno spiccato nazionalismo con una capillare laicizzazione. Venne infatti abolito il califfato (ora ripristinato dallo Stato Islamico), vennero chiuse le scuole coraniche e soppressi i tribunali religiosi, venne esteso il diritto di voto alle donne, furono introdotti codici e una legislazione di ispirazione europea, all'alfabeto arabo venne affiancato quello integrato dai caratteri occidentali. Ataturk morì nel 1938, ma il processo di avvicinamento culturale e politico all'occidente continuò con i governi che seguirono: nel 1945 la Turchia divenne membro dell'Onu, nel 1952 entrò a far parte della Nato; durante la guerra fredda, la Turchia fu un fedele alleato degli Stati Uniti. Tuttavia, i governi laici che si alternarono dovettero più volte fronteggiare i movimenti islamici che rivendicavano un ruolo maggiore nelle vicende del Paese. Affiorarono quelle contraddizioni che sono particolarmente evidenti nella realtà turca attuale. A tutela delle istanze laiche nelle situazioni di maggiore conflittualità intervenne l'esercito. In particolare, per porre fine ad un periodo di tumulti, nel 1980 il generale Evren prese il potere con un colpo di Stato, probabilmente con la complicità del governo Usa che voleva contrastare lo sviluppo dei movimenti popolari di sinistra. La dittatura militare durò  due anni, nel corso dei quali venne modificata la Costituzione e nella sostanza ci si allontanò dallo spirito riformista kemalista. Il generale Kenan Evren avviò un processo di normalizzazione della società turca, nella quale si realizzò una sintesi fra un nazionalismo acceso e il conservatorismo dei fondamentalisti islamici, nel quadro di un sistema ispirato a principi neoliberisti, che si allontanavano sempre più dalle istanze progressiste. Ristabilito il potere, ribadito il carattere laico della Turchia, i militari, come già era avvenuto nel 1960, nel 1970, rinunciarono al potere politico - che pertanto il generale Evren mantenne per il periodo strettamente necessario - e nel giro di due anni riconsegnarono il Paese nelle mani dei civili convocando libere elezioni democratiche. Evren lasciò successivamente l'esercito e venne eletto dal Parlamento Presidente della Repubblica rimanendo in carica fino al 1989. Nel 2002 l'AKP, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, filo musulmano e conservatore - che si era sviluppato nella tradizione dell'Islam politico virando tuttavia verso un modello di democrazia conservatrice - si impadronì del potere. Il suo leader e fondatore Recep Tayyip Erdogan divenne primo ministro: ebbe inizio un lungo periodo di gestione del potere molto controverso, che dura ancora oggi. Questi sono i precedenti storici che hanno preceduto l'ascesa al potere della ambigua personalità di Recep Tayyip Erdogan. Roberto Rapaccini