RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

LA QUESTIONE CURDA. ANALISI E PROSPETTIVE (3-8-2015)

 La questione curda è tornata di stretta attualità a seguito della  decisione manifestata dalla Turchia qualche giorno fa di combattere l'Isis, dopo aver tenuto in    questo ambito un atteggiamento ambiguo. Nella circostanza il leader turco Erdogan ha affermato di considerare sullo stesso piano come minaccia alla sicurezza nazionale  l'Isis e il Pkk, il partito curdo dei lavoratori, il movimento politico clandestino armato che, ispirandosi al marxismo-leninismo, rivendica la fondazione di uno stato curdo indipendente  e che per i suoi metodi di lotta (assassinii mirati, uccisioni per rappresaglia, attentati - anche suicidi - in luoghi pubblici) è attualmente considerato un'organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Usa, dall'Unione Europea e dall'Iran. Si può argomentare che  la mutata strategia della Turchia nei confronti dello Stato Islamico potrebbe servire come schermo per nascondere il reale obiettivo, ovvero combattere le milizie curde stanziate oltre il confine. A conferma di questa ipotesi si evidenzia che qualche giorno fa (il 24 luglio u.s.) una missione aerea di Ankara, che aveva come obiettivo postazioni dell’Isis, ha bombardato soprattutto postazioni curde. Nello stesso giorno la polizia turca ha intrapreso un'operazione contro cellule jihadiste; tuttavia, l'iniziativa ha avuto come risultato l'arresto di presunti appartenenti al Pkk. Come si è giunti a questa situazione  e quali sono le prospettive per la costituzione di uno Stato curdo? Il Kurdistan è una regione di  550.000 kmq circa abitata da più di 25 milioni di curdi. Pur avendo una propria cultura e una propria lingua i Curdi (di religione musulmana sunnita) non hanno un loro Paese in quanto il Kurdistan è diviso tra Turchia, Iraq, Siria e Iran. Il popolo curdo è la più numerosa etnia al mondo senza una nazione. Prevalentemente i Curdi vivono in Turchia dove sono 15 milioni circa. Il Kurdistan è ricco di petrolio e ha preziose risorse idriche: tuttavia la mancanza di un'autonomia governativa - o almeno amministrativa - unita alle divisioni territoriali è causa di povertà e sottosviluppo. La posizione geopolitica del Kurdistan, frammentato - come si è detto - fra più Stati, è causa attualmente della mancanza di unità politica. Dopo la Prima Guerra Mondiale con il Trattato di Sévres (1920) venne prevista la costituzione di uno Stato curdo; tuttavia, il progetto fu abortito per l'opposizione turca. Con il successivo Trattato di Losanna (1923) i territori abitati dalla popolazione di etnia curda vennero divisi tra Turchia, Siria, Iran e Iraq; di fatto il popolo curdo fu disperso nei Paesi predetti, in ciascuno dei quali assunse lo 'status' di minoranza. A causa del conflitto tra Iran e Iraq (dal 1980 al 1988), 60 mila Curdi si trasferirono nel territorio turco divenendo oggetto di repressione da parte del governo centrale, dal quale venivano considerati un ostacolo all'unità del Paese. Questa situazione favorì  in Turchia la costituzione del già menzionato partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk); similmente in Iraq si costituirono il Partito Democratico Curdo (Kdp) e l'Unione Patriottica del Kurdistan (Kpu), e in Iran il Partito Democratico del Kurdistan Iraniano e il Partito per la Libertà del Kurdistan (Pjak). L'associazione Human Rights Watch e la Commissione contro il Razzismo e l’Intolleranza del Consiglio d’Europa hanno più volte denunciato la condizione di sottosviluppo, di discriminazione  e di mancanza  delle libertà fondamentali dei Curdi che vivono in Turchia, oggetto fin dalla metà del secolo scorso di un processo di 'turchizzazione' al fine d negarne l'identità nazionale. Quali sono i possibili sviluppi di questo scenario? Il Kurdistan non può essere considerato unitariamente, ma si devono tenere presenti le sue diverse frammentazioni nazionali. Il Kurdistan iracheno per il suo impegno contro l'Isis sta guadagnando un credito nei confronti della comunità internazionale, per cui in concreto se si parla di un possibile Kurdistan indipendente, ci si riferisce al Kurdistan iracheno, che tra l’altro già è destinatario di ampi margini di autonomia concessi dal governo di Baghdad. Per quanto riguarda il Kurdistan turco e quello iraniano, è indubbio che né la Turchia né l’Iran consentiranno la perdita di proprie porzioni di territorio per la formazione di un Kurdistan indipendente. Pertanto, fra le diverse componenti nazionali del popolo curdo manca unità di intenti. Queste divisioni e l'assenza di una comune strategia costituiscono un grande limite. Manca anche un consenso su chi debba essere eventualmente il rappresentante unico di tutta la nazione. Inoltre, nessuno sembra avere interesse alla nascita di uno Stato curdo. Non ha interesse la Turchia, che da decenni combatte decisamente le rivendicazioni curde e che ora sembra valersi in questo ambito - come detto - dello schermo della strategia 'anti-Isis' per avere 'mano libera' ; non ha interesse l’Iraq che perderebbe una importante componente della propria ricchezza del sottosuolo; non hanno interesse le monarchie del Golfo, che temono una possibile destabilizzazione dell'area causata dalla comparsa nella regione di un nuovo attore 'sunnita' ma nella sostanza molto 'laico'. In conclusione, nonostante la questione curda sembra molto 'esplosiva' e sembra imporre a breve una soluzione, la costituzione di uno Stato curdo  è sempre più lontana, anche se la fiducia nella propria volontà e nelle proprie decisioni, presupposto dell'indipendenza, non mancano nel popolo curdo. Roberto Rapaccini