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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

IMMIGRAZIONE, PREGIUDIZI E PROPAGANDA (1-8-2015)

 


Il dibattuto sui flussi migratori provenienti dall'Africa spesso è condizionato da approcci preconcetti che sono il precipitato di una cultura indotta. In proposito, il sociologo russo Sergej Hessen (1887-1950) nel saggio 'Ideologia e autonomia dell’educazione della pedagogia' (1938) evidenziò che la differenza tra propaganda e istruzione poteva essere così definita: "La propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all'uomo come dovrebbe pensare". Propaganda e pregiudizio sono termini simmetricamente opposti ma strettamente correlati fra loro. Mentre la conoscenza dovrebbe fornire un’immagine oggettiva, la propaganda produce una rappresentazione migliorativa e il pregiudizio ne elabora una peggiorativa. Etimologicamente il pregiudizio avrebbe un’accezione neutra, sarebbe soltanto un giudizio anticipato e superficiale, cioè non suffragato dal necessario approfondimento; tuttavia, nella pratica il termine viene considerato solo in un’accezione negativa, ovvero come una rappresentazione preconcetta denigratoria. Esiste anche un’altra correlazione fra le due realtà: la propaganda per i suoi fini può enfatizzare un pregiudizio già esistente. Un esempio di questo rapporto può desumersi da una pronuncia della Cassazione Penale del 2012 (Cass. Pen. Sez. I, 11 dicembre 2012, n. 47894); nella sentenza si è riconosciuta la responsabilità, per il reato di propaganda di odio razziale, di un consigliere comunale che espresse nell’aula consiliare nei confronti di appartenenti alla comunità rom pregiudizi fondati su asserite qualità afferenti all’etnia, e, segnatamente, riferibili a una presunta condizione di inferiorità della cultura e delle tradizioni dei territori di provenienza, piuttosto che fondati sui loro comportamenti concreti. Gli effetti della propaganda e il loro rapporto con i media tradizionali sono stati approfonditi in alcuni saggi del linguista Noam Chomsky ('Manufacturing Consent: The Political Economy of the mass media') che ha evidenziato l’esistenza nel mondo occidentale di un monopolio delle idee di cui dispone il potere economico e politico attraverso l’influsso che è in grado di esercitare sui mass media. In proposito, la Rete potrebbe essere un’entità antagonista di questa situazione, perché ha la capacità di consentire a ognuno la libera espressione del proprio pensiero, senza filtri e a basso costo. Da questo punto di vista Internet è un insopprimibile baluardo della democrazia. È necessario, pertanto, che il mondo virtuale mantenga questa sua caratteristica, e che i legislatori  resistano alla tentazione di regolamentare questo spazio. Anche se c’è il rischio che nella Rete la libertà possa trasformarsi in licenza, si deve evitare che il Web perda, anche come effetto secondario di un’iniziativa normativa, le sue preziose peculiarità di indipendenza. Roberto Rapaccini