RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 7 giugno 2023

LA PROFEZIA DEL NEW YORK TIMES (1-6-2015)

 


Ne 2013 un esperto e noto pubblicista americano, Robin Wright, scrisse sul New York Times un articolo, Imagining a Remapped Middle East (clikka qui), nel quale ipotizzava che in futuro il Medio Oriente sarebbe stato oggetto di significativi smembramenti, che avrebbero riguardato in particolare la Siria, l'Arabia Saudita, la Libia, lo Yemen e l'Iraq. L'opinione, seppur interessante, sembrò una delle tante analisi su un'area geopolitica soggetta a rapide ed imprevedibili evoluzioni. Oggi, rileggendo quelle previsioni, si deve constatare che quella profezia si è in buona parte avverata. La Libia, come previsto, si è divisa in Cirenaica (sotto il governo laico di Tobruk, riconosciuto a livello internazionale), la Tripolitania (con l'ascesa dell'importanza di Misurata) e il Fezzan, l'area sud-occidentale per lo più desertica ma ricca di petrolio. Analogamente lo Yemen è travagliato da una guerra intestina, che di fatto lo ha diviso in due entità, un'area a nord di influenza scita e una a sud di influenza sunnita. Per la Siria e l'Iraq Wright ipotizzava la loro probabile disgregazione con la conseguente genesi di quattro zone autonome, ovvero il Kurdistan (dal confine turco al Kurdistan iracheno), lo Shiitestan, caratterizzato da una popolazione di  confessione Sciita e coincidente con il sud dell'Iraq, il Sunnistan, a prevalenza sunnita comprendente il vasto nord-ovest dell'Iraq e parte della confinante Siria, e l'Alawitestan, la rimanente area occidentale della Siria. Questa previsione  trova riscontro nella realtà attuale. Il Sunnistan coincide con il sunnita Califfato dell'Isis, che ormai è organizzato come un vero e proprio Stato, e procede nella sua avanzata territoriale. Lo Shiitestan include invece l'area che attualmente controlla il governo di Bagdad e che di fatto è limitata alle zone di quella regione a maggioranza sciita. L'Alawitestan è la parte della Siria che è ancora gestita dal governo di Damasco. L'Arabia Saudita, pur non essendo divisa, tuttavia vive un periodo di destabilizzazione; la sua egemonia nell'area è sempre più minacciata dall'Iran. Inoltre, la monarchia saudita potrebbe subire i venti di una tardiva primavera araba, che potrebbe insidiare le frange del governo che sostengono l'estremismo sunnita e nello stesso tempo contrastare l'attuale politica conservatrice che va perdendo il pregresso indiscusso consenso. Il Kurdistan, pur non essendo uno Stato, è sempre più nazione, ovvero sta acquisendo una connotazione politica molto incisiva. In questo nuovo disegno geopolitico emerge in maniera chiara che le divisioni etniche e confessionali hanno assunto un ruolo determinante. Questo assetto è destinato a consolidarsi? Come diceva un noto statista  italiano, in politica i tempi del sole e della pioggia cambiano rapidamente e, aggiungerei, inaspettatamente. Roberto Rapaccini