Anche
il mondo sciita, sebbene più compatto, è frammentato in alcune correnti. La
principale confessione è quella duodecimana o imamita, che è la più numerosa ed
è considerata la più moderata. I Duodecimani credono nella successione di
dodici imam (da Alì alla figura messianica di Muhammad Al Mahdi che, scomparso
nell'874, mai morto, tornerà alla fine dei tempi per ripristinare l'Islam nella
purezza originaria). Sono presenti soprattutto in Iran (l'85% circa della
popolazione) e in Iraq. I Settimimani invece credono che Al Mahdi, l'ultimo
imam, avrà solo sette predecessori. Tra essi vi sono gli Zaiditi, presenti
soprattutto nello Yemen del Nord, e gli Ismailiti, tra i quali vi sono i
Carmati (in Bahrein, dove, pur essendo gli Sciiti il 75% circa della
popolazione, è al potere un'élite sunnita), i Fatimidi, e i gNizari, noti in
passato come 'Setta degli Assassini' (consumatori di
hashish) e presenti nel subcontinente indiano. Da un punto
di vista politico ha particolare importanza la setta alawita o alauita, che è
presente in Siria, dove, pur costituendo una minoranza, è al potere essendo la
confessione religiosa della famiglia Assad; la dottrina Alawita ha carattere
iniziatico e contiene elementi del Cristianesimo e dello Zoroastrismo. Comunità
sciite, soprattutto duodecimane, sono presenti anche in Azerbaigian, in
Libano, nello Yemen e in Afghanistan. I Drusi sono una setta musulmana di
derivazione sciita fondata nel XI secolo in Egitto. La dottrina drusa,
particolarmente complessa, è integrata da elementi dell'Islam, del Giudaismo,
dell'Induismo e del Cristianesimo, ed ha ormai assunto caratteri talmente
peculiari che la pongono al di fuori della galassia musulmana; inoltre, poiché
è caratterizzata da un forte misticismo e da un carattere esoterico non
facilmente accessibile, è rivelata con grande circospezione solo a chi
sia ritenuto pronto e degno d'accoglierla. Le comunità druse, dopo un lungo
periodo di persecuzioni sunnite, sono attualmente presenti in Giordania, in Libano,
nella Siria meridionale, nell'Alta Galilea in Israele; in questi Paesi i Drusi
- si ritiene che siano circa 700 mila - si sono integrati,
arruolandosi nell’esercito e partecipando attivamente alla vita politica
nazionale, senza però prendere parte a conflitti sociali probabilmente per un
pragmatico calcolo di sopravvivenza che li spinge a non esporsi. Tuttavia,
in alcune occasioni i Drusi hanno avuto un peso politico importante, diventando
elemento determinante nei precari equilibri mediorientali. Questo è avvenuto
soprattutto in Libano mediante il loro leader Jumblatt. Pertanto, pur
trattandosi di piccole comunità, i Drusi hanno svolto e possono svolgere
funzioni decisive di mediazione politica, in piena applicazione del consolidato
principio geopolitico secondo il quale chi non ha una particolare forza che gli
consenta di comandare, può sopravvivere attraverso il potere che acquista
mediante un'abile attività diplomatica. Roberto Rapaccini