RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 5 giugno 2023

L'ISLAMIZZAZIONE DEL RADICALISMO (7-2-2016)

 


Dopo il controverso romanzo 'Sottomissione' di Houellebecq, nel quale si profetizza una Francia che, oggetto di una progressiva islamizzazione, nel 2022 si ritrova ad essere governata da una Fratellanza Musulmana, anche Michel Onfray, di diversa formazione politico-filosofica, si è soffermato con un recente saggio, 'Pensare l'Islam', sui presupposti che possono facilitare una capillare penetrazione della cultura musulmana nella civiltà occidentale. Nel caso di Houellebecq il nuovo ordine sociale di impronta teocratica si instaura attraverso un processo silenzioso - quasi impercettibile -  quanto progressivo e inesorabile. Michel Onfray ritiene invece che, anziché considerare come antagonista della nostra civiltà la radicalizzazione dell'Islam, dobbiamo ritenere che sia in atto una islamizzazione del radicalismo. Più in dettaglio. Nella società occidentale - notoriamente in una fase di diffuso malessere - non esistono più valori oggetto di riferimento, e tutto sembra dominato da una asettica amoralità, precipitato della mancanza di un'etica comune e di un vuoto ideologico; domina una generale visione relativistica in un clima di diffuso nichilismo, nel quale si è smarrita ogni forma di spiritualità sulla quale fondare il senso dell'esistenza. A margine, è ben nota la difficoltà dell'Europa di riconoscersi nelle comuni radici giudaico-cristiane. La collettività non è una entità omogenea, ma è una realtà parcellizzata, integrata dalla somma di microcosmi individuali nei quali le vite si articolano in base alle pulsioni del momento. A conferma, la corrente trasversale a tutti i generi artistici maggiormente espressiva del nostro tempo è il minimalismo, che enfatizza la ripetitività uniforme delle vicende quotidiane. Questo clima radicalizza - soprattutto in alcune fasce sociali, nelle frange dell'emarginazione, nei giovani che hanno difficoltà ad orientarsi - un atteggiamento critico nei confronti della società. Al contrario l'Islam offre un modello che, seppur discutibile, si basa su valori definiti e solidi, e che pertanto possono esercitare una qualche seduzione su chi è alla ricerca di una identità definita per arginare il senso di insicurezza nel quale si materializza il disorientamento.  Per questo Michel Onfray parla di islamizzazione del radicalismo. In altri termini, la penetrazione della cultura islamica non è il risultato di un'aggressione o, più ordinariamente, di un confronto con i nostri valori, ma è resa possibile dal vuoto etico, dal clima di costante contraddizione, da una generale crisi che si declina nella cultura, nelle connotazioni  sociali, in una dialettica che con difficoltà produce convincenti esiti politici. Così Michel Onfray, nel corso di un'intervista, ha sintetizzato questa sua visione: “...la nostra civiltà giudaico-cristiana è sfinita, morta. Dopo duemila anni di esistenza, si compiace nel nichilismo e nella distruzione, nella pulsione di morte e nell’odio di sé, non crea più niente e vive solo di risentimento e rancore. L’Islam manifesta quel che Nietzsche chiama “una grande salute”: dispone di giovani soldati pronti a morire per esso. Quale occidentale è pronto a morire per i valori della nostra civiltà: il supermercato e l’e-commerce, il consumismo triviale e il narcisismo egotista, l’edonismo volgare e il monopattino per adulti?". Come antitodo, dobbiamo ripristinare in ogni settore della società una dialettica positiva e costruttiva, libera da pregiudizi. Diceva Einstein: “…la mente è come un paracadute, funziona se si apre". Roberto Rapaccini