I
Sunniti, che sono la confessione del 90% circa di tutti i musulmani, sono
divisi in quattro principali scuole giuridico-teologiche: a) I Malikiti, che
danno fondamentale importanza interpretativa agli usi giuridici, religiosi e
sociali praticati a Medina, considerando questa città la prima depositaria
degli insegnamenti di Maometto; sono presenti nel Maghreb, in Egitto, in Sudan,
nel nord ovest dell’Eritrea. b) Gli Shafiiti, che danno particolare importanza
all'approfondimento dei criteri interpretativi oggettivi del Corano e della
Sunna (la raccolta dei comportamenti del Profeta) per escludere opinioni
soggettive e arbitrarie; sono presenti soprattutto in Africa Orientale, ma
anche in Indonesia, in Egitto e in Palestina. c) Gli Hanbaliti, che sono
contrari alle speculazioni filosofiche e alla libera interpretazione delle
scritture; sono presenti in Arabia Saudita, in Siria, in Egitto. d) Gli
Hanafiti, che sono gli interpreti più elastici del Corano e della Sunna in
quanto attribuiscono significato al ragionamento deduttivo e analogico; sono
presenti in Siria, in Iraq, in Palestina, in Afghanistan, in India, nei
Balcani. Alla fine del XIX secolo si è diffuso il Salafismo, il movimento
fondamentalista particolarmente intransigente che ritiene prioritario su ogni
progetto politico la restaurazione dell’Islam delle origini, e che rifiuta
qualsiasi forma di occidentalizzazione. I Salafiti sono presenti ed in
preoccupante rapida ascesa in tutto il mondo musulmano: fin dalla prima metà
del Novecento hanno cominciato a tradurre le proprie posizioni ideologiche in
un concreto impegno politico antioccidentale. Questo atteggiamento è stato
recepito nelle frange estreme degli ambienti fondamentalisti che hanno ritenuto
così di avere un conforto religioso nella pianificazione di azioni violente,
compreso il ricorso a iniziative terroristiche suicide. I Wahabiti sono i
seguaci di Muhammad bin Abd al-Wahhab, vissuto all’inizio del XVIII secolo,
alleato di Muhammad bin Saud, principe di un’oasi della regione del Neged,
capostipite della dinastia che nel XX secolo unificherà l’Arabia e che tuttora
governa il Paese. Punto fondamentale della dottrina è l’affermazione del
'tawhid', ovvero l’assoluta unità di Dio e la lotta con ogni mezzo contro tutte
le forme di culto devianti o atipiche. Il buon governo è l’adeguamento della
prassi politica e giuridica ai fondamentali principi della Sharia, che, con
estremo rigore, deve regolare ogni comportamento umano. Per questo la dottrina
wahabita manifesta una radicale ostilità nei confronti di quei governi che si
allontanano dalla via tracciata dal Corano: non c’è spazio per forme di
legittimità democratica di tipo occidentale in quanto l’unica legittimità viene
dal letterale rispetto della legge divina. Il wahabismo ha sempre goduto del sostegno
finanziario dei potentati sauditi; oltre ai regnanti sauditi, wahabita era
anche Osama bin Laden. La dottrina wahabita è particolarmente radicata in
Arabia Saudita. I Fratelli Musulmani sono invece un’organizzazione politica
estremamente composita, nella quale convivono posizioni divergenti. Prevale
tuttavia una visione integralista, che si manifesta principalmente nella ferma
opposizione alla secolarizzazione delle nazioni islamiche. Questo movimento,
per la sua storia, per la sua diffusione nel mondo arabo e per l’ampio consenso
e prestigio di cui ha sempre goduto, può essere considerato la madre di tutte
le organizzazioni islamiche, sia moderate sia fondamentaliste. I Fratelli
Musulmani hanno spesso intrapreso iniziative di carattere filantropico, concentrando
il loro impegno non solo nel settore politico, ma anche nell’insegnamento,
nella sanità e in attività sociali e religiose, come l’organizzazione di
incontri di preghiera e di spiritualità. Il Movimento fu fondato nel 1928 da un
insegnante egiziano di un villaggio sulle rive del Canale di Suez; il movimento
dei Fratelli Musulmani si colloca pertanto nel complesso quadro di un risveglio
culturale e religioso che nei primi decenni del XX secolo reagiva a iniziative
di occidentalizzazione della società islamica. Il fondatore si propose il
conseguimento di obiettivi politici concreti di tipo socialista, come la
promozione della dignità e il riscatto dei lavoratori arabi egiziani; questi
fini, anziché dare impulso a uno stato laico che avrebbe dovuto rifiutare la
cristallizzazione dei rapporti sociali che sarebbe conseguita dal carattere
confessionale delle istituzioni, furono collocati nel quadro della concezione
morale e religiosa islamica. Per il perseguimento di questi obiettivi infatti
veniva attribuito particolare rilievo all’educazione e alla sensibilizzazione
ai precetti islamici in materia di solidarietà. In relazione a questa
classificazione viene naturale chiedersi quali Paesi musulmani debbano essere
considerate espressione di un Islam moderato e quali invece siano il correlato
politico dell'Islam fondamentalista. In proposito, l'opinione dei Paesi
occidentali risulta spesso arbitraria in quanto il giudizio sulla corrente
dell'Islam che prevale in un Paese musulmano è influenzato dai rispettivi
rapporti economici, commerciali, diplomatici, culturali con quel Paese o dal
clima amichevole delle località turistiche arabe. Ad esempio, l'Occidente
sembra considerare moderate le monarchie saudite in quanto alleate e importanti
partner commerciali; in realtà, nella penisola arabica predomina il Wahabismo,
che - come detto - è una forma estremamente rigorosa e intransigente di Islam. Roberto
Rapaccini