RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 5 giugno 2023

LA MAPPA DELL'ISLAM. 1. La prima divisione: Sunniti, Sciiti, Kharigiti. (2-2-2016)


Si è detto più volte in questi commenti che sarebbe più corretto parlare degli Islam e non di Islam. L’Islam infatti è  erroneamente considerato una monade dai tratti definiti. Al contrario manca un’autorità capace di esprimere una posizione uf­ficiale su ogni specifica questione; nell'Islam conseguentemente con­vivono molte confessioni - ovvero gli Sciiti, i Sunniti, i Wahabiti, i Salafiti, gli Ismailiti, per menzionarne alcune - che assumono posizioni spesso divergenti fra di loro. La principale divisione è fra Sciiti e Sunniti ed è tornata di grande attualità negli ultimi mesi a seguito dell’uccisione di un importante leader religioso sciita in Arabia Saudita e delle tensioni fra lo Stato saudita e l'Iran che ne sono seguite. I fatti che hanno dato origine alla scissione fra Sciiti e Sunniti risalgono al periodo di poco posteriore alla morte di Maometto; emerse allora un contrasto sui cri­teri per l’individuazione del califfo, ovvero del successore del Profeta che avrebbe dovuto assumere il ruolo di capo politico e spirituale della comunità musulmana. Per gli Sciiti, poiché Maometto non aveva figli maschi, il primo successore andava individuato in Alì, cugino e genero del Profeta, che sposò la figlia Fatima; in questo modo, la successione si sarebbe attuata all’interno della discen­denza del Profeta. Per i Sunniti era invece necessario in­dividuare il califfo mediante una libera investitura della comunità dei fedeli, riconosciuta come una vera autorità religiosa. I Sunniti proposero pertanto come califfo Abu Bakr, uno dei primi convertiti all’Islam nonché  suocero di Maometto (era il padre di Aisha). Seguirono vicende belliche che consolidarono i due fronti. Attualmente la differenza fondamentale fra queste due principali componenti dell’Islam riguarda l’esistenza e il ruolo della gerarchia religiosa, mentre per quanto concerne i fondamenti della fede non ci sono rilevanti diversità. Nel Sunnismo non c’è un vero e proprio clero: chiunque si sia preparato nella dottrina e nella teologia islamica può proporsi o autoproclamarsi  imam, ovvero guidare la preghiera e il culto, mentre le predicazioni religiose in Internet e nei media sono tenute generalmente dai saggi e dagli studiosi, cioè dagli ulema, dai muftì, dai mullah. Chi è benestante, o anziano, o goda di particolare visibilità, o prestigio, o responsabilità sociale, può anche fregiarsi del titolo onorifico di sceicco. Lo Sciismo ha invece un clero  organizzato preparato in università specifiche di scienze islamiche o nelle scuole teologiche: per diventare mullah o ayatollah è necessario quindi svolgere studi. Gli ayatollah sono le guide spirituali dei fedeli sciiti ira­niani; anche se si tratta di un vero e proprio clero, non vi sono modalità uniformi per raggiungere questo titolo. Generalmente l'elevato titolo di ayatollah è attribuito a coloro che hanno ottenuto particolari meriti sia per proclamazione che per nomina da parte di un altro ayatollah. Circa i rapporti fra religione e politica, mentre secondo i sunniti Stato e religione non sono separabili, gli sciiti hanno una tradizione di formale indipendenza fra leader religiosi e politici; tuttavia, lo Stato sciita è soggetto al clero, il quale monitora e decide se un governante è degno di governare e se rispetta le linee guida islamiche. Fra gli Stati a maggioranza sunnita (i Sunniti sono il 90% circa di tutta la popolazione musulmana) hanno una particolare importanza strategica l'Arabia Saudita, la Turchia, l'Egitto, la Giordania, il Sudan, la Somalia, lo Yemen, i Paesi del Maghreb. Lo Sciismo è invece diffuso in Iran (il 90% della popolazione), in Iraq (lo è un terzo della popolazione musulmana), in Pakistan (20%), in Arabia Saudita (15%), in Bahrein (70%, ma è al potere la minoranza sunnita), in Libano (27%), in Azerbaigian (85%), nello Yemen (50%). Minoranze sono presenti in Turchia e in altre parti del mondo, compreso l’Occidente. La Siria, pur essendo un Paese a maggioranza sunnita, prima dell'inizio dell'attuale guerra civile, era governata dalla famiglia Assad (di fede alawita-sciita) e da una potente burocrazia sciita. Il Paese di riferimento politico e religioso degli Sciiti è l’Iran. La rivoluzione del 1978/1979, che ha trasformato la monarchia persiana in una repubblica islamica, è stata guidata dalle autorità religiose, fra le quali ebbe particolare rilievo l’ayatollah Khomeini. La Repubblica Islamica Iraniana è di fatto una vera teocrazia. In altri Paesi - come il Bahrain come già detto - nonostante la mag­gioranza della popolazione sia sciita, è al potere la mi­noranza sunnita: anche in questi casi le vicende storiche sono il fondamento di questa contraddizione. Nel tempo, pertanto, si sono così consolidati due blocchi: quello sunnita che è sotto la leadership saudita, che sembra attualmente non condivisa dalla Turchia, e quello sciita, guidato dall'Iran, alleato storico della Siria e sostenitore  del movimento libanese Hezbollah, il cui ramo militare ha come obiettivo la distruzione di Israele. Oltre alla divisione fra Sciiti e Sunniti esiste una terza originaria confessione, attualmente di scarsa entità, quella kharigita. I kharigiti sono una setta islamica la cui origine risale  al 657: dopo la battaglia di Siffin,  il quarto califfo e genero di Maometto Alì concluse un accordo con il suo rivale Muawiya I, governatore della Siria e primo califfo degli Omayyadi. I Kharigiti non accettarono il patto, che di fatto sanciva una tregua delle ostilità, e abbandonarono il partito di Alì (il verbo kharagia in arabo significa andare via). I Kharigiti ritengono che la carica di Califfo si debba attribuire per via elettiva senza vincoli di casta, di tribù, di famiglia, e di razza. Oggi i Kharigiti sopravvivono in piccoli nuclei in alcune località dell'Algeria, della Tunisia, a Zanzibar e nell'Oman e non hanno particolare rilevanza da un punto di vista politicoe religioso. Sciiti, Sunniti e Kharigiti solo il risultato della prima scissione fra fedeli musulmani negli anni successivi alla morte del profeta Maometto. Seguirono molte altre ed importanti frammentazioni di cui si dirà. Roberto Rapaccini