RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

LA FITNA (6-7-2015)

 


Meno conosciuto del termine 'jihad', ma molto noto a chi segue le vicende del mondo islamico è il concetto di 'fitna'. Questa parola in arabo (standard) significa 'caos', 'dissenso', 'discordia'; più specificamente gli storici indicano con essa le divisioni interne all'Islam - generalmente di origine dottrinale, ma con esiti di carattere politico - che sono una costante delle vicissitudini dei Paesi musulmani. Infatti, mentre i rapporti fra mondo arabo e occidente 'cristiano' hanno avuto nella storia fasi alterne, le discordie interne all'Islam, spesso violentemente cruente, sono state ininterrotte. La contrapposizione fra Sciiti e Sunniti - che per alcuni aspetti ricorda la Guerra dei Trent'anni - è solo il caso più noto ed evidente. Questi dissidi non risparmiano la galassia del terrorismo. Ad esempio, attualmente l'Isis manifesta con grande acredine la sua contrapposizione ad Hamas, accusata di non aver imposto la sharia nei suoi otto anni di dominio nella Striscia di Gaza. Una fazione interna al sanguinario Jabat al Nustra, il gruppo integralista sunnita che opera in Siria, ha invece addirittura fucilato 18 presunti appartenenti allo Stato Islamico, accusati di essere coinvolti nella decapitazione di 3 suoi membri. Tutto si è svolto con un rituale macabro simmetricamente opposto a quello seguito dall'Isis nelle analoghe occasioni: nel video, girato per la circostanza, i carnefici erano vestiti di arancione - come i condannati a morte dell'Isis - e avevano il volto scoperto, mentre coloro che si trovavano negli insoliti panni di vittime indossavano la famigerata tuta e il passamontagna neri. Si ribadisce ancora una volta l'importanza che il terrorismo jihadista attribuisce alla documentazione della coreografia dei suoi crimini ai fini della propaganda strumentale alla diffusione del terrore e al reclutamento. In proposito nel libro 'The rise of Isis' di Jack Sekulow si legge che i soldati americani in Iraq, quando vedevano comparire qualcuno con una videocamera temevano un attacco terroristico. Roberto Rapaccini