RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

IL JIHAD (4-7-2015)

 


Il terrorismo di matrice islamica costituisce sicuramente un modo per attuare il Jihad (per analogia con la lingua araba nella traduzione italiana si preferisce dare alla parola il genere maschile). La parola Jihad ormai è di uso comune. Il termine viene spesso frettolosamente tradotto 'guerra santa' intendendo con esso il ricorso collettivo alla violenza per la sottomissione degli infedeli. In realtà, jihad nell’arabo (standard) significa genericamente 'massimo sforzo' ed è seguito spesso dall’espressione fi sabil Allah, cioè ‘lungo il sentiero di Dio’; pertanto, con la locuzione dovrebbe rettamente intendersi la lotta interiore e individuale che il fedele sostiene in ogni momento della vita per predisporsi alla comprensione dei misteri divini e per resistere alle pulsioni estranee o contrarie alla morale religiosa. Peraltro 'guerra santa' in arabo non si dice  jihad ma 'al Harb al Qdsiyah'. Attribuendo al termine jihad il significato di una mobilitazione collettiva per la difesa dell’Islam, la fine  del Califfato nel 1924 ha posto il problema di quale autorità, in quanto guida della comunità musulmana, la potesse dichiarare.  In assenza di un Califfo, solo i leader politici musulmani potevano essere depositari di questo potere; restava però problematica l’individuazione concreta di quale leader musulmano potesse essere considerato un primus inter pares. Scavalcando l’autorità politica degli Stati musulmani o quella dei capi religiosi, Al Qaeda prima e ora l'Isis  sembrano essersi attribuiti il potere di proclamare il jihad contro i governi giudicati anti-islamici, filo-occidentali o semplicemente corrotti e miscredenti; le loro iniziative terroristiche infatti non hanno generalmente finalità localistiche (cioè strategicamente limitate all’impatto nel contesto regionale nel quale vengono compiute), ma si proclamano strumento di un progetto geopolitico più ampio. La maggior parte delle aggregazioni terroristiche di matrice islamica invece persegue fini limitati al territorio in cui si realizzano. Roberto Rapaccini