RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

JIHADISMO E FANATISMO RELIGIOSO (17-11-2015)

 A seguito di alcune riflessioni critiche di un caro amico e stimato collega, mi sembra opportuno integrare il commento di ieri. Non vi è una perfetta e simmetrica assimilazione fra terrorismo ‘politico’ e terrorismo ‘religioso’, nello specifico di matrice ‘islamica’. I terroristi che agiscono per l’affermazione di una fede si sentono mandatari di un disegno divino; conseguentemente le loro iniziative criminose sono sempre il precipitato di un fanatismo religioso - che è un modo esasperato di vivere il proprio credo - che fornisce una base di consenso, più o meno esplicito, ai fenomeni degenerativi. Il fanatismo religioso rende più difficile l’isolamento ideologico e operativo dei terroristi - auspicato nel precedente commento - che possono contare su un limitato ambiente favorevole o almeno non ostile,  e che non si dissocia adeguatamente, con chiarezza e decisione dai loro crimini. Nei contesti nei quali il fanatismo ha il sopravvento non raramente si riscontrano connivenze che, anche attraverso atteggiamenti omertosi, di fatto intralciano le attività istituzionali degli apparati di sicurezza. La lotta al terrorismo di ispirazione religiosa inizia quindi con il contrasto del fanatismo e delle interpretazioni fondamentaliste che non rispettano il pluralismo che integra uno dei connotati essenziali del carattere laico degli Stati occidentali. Questo  atteggiamento ambiguo nei confronti del terrorismo riguarda naturalmente solo una parte del mondo musulmano, che quindi non va demonizzato nel suo complesso. Tuttavia, è indubbio che la collaterale e contigua componente del fanatismo religioso renda il terrorismo di matrice islamica particolarmente difficile da contrastare. Peraltro, gli stessi musulmani ne sono vittime, in quanto non raramente sono anch’essi vittime degli integralisti. In generale, il terrorismo può essere definito di matrice religiosa quando è animato da motivazioni che trascendono la realtà materiale; conseguentemente gli obiettivi delle singole azioni sono mezzi per la progressiva affermazione di un progetto che si ispira a un ordine soprannaturale che si ritiene di dover affermare ad ogni costo, anche attraverso la perpetrazione di crimini crudeli e sanguinosi come i tragici fatti di Parigi di qualche sera fa dimostrano. Il terrorismo di matrice religiosa ha sempre carattere radicale poiché non ammette alternative alla prevalenza dell’assetto sociopolitico che costituisce il corollario del credo religioso. In proposito, la fede religiosa può essere vissuta in due modi: o come rapporto individuale tra l’uomo e il trascendente, o come dimensione afferente alla collettività. In questo secondo caso la fede produce gli effetti di un’ideologia in quanto diviene tensione per l’affermazione di una società ‘nuova’ ispirato a un’etica confessionale. L’adesione a una fede religiosa, anche quando rimane confinata nella sfera individuale, può avere rilevanza esterna in quanto spesso il credo religioso impone al fedele il proselitismo al fine di estenderne la condivisione. La fede, quando è vissuta come ideologia, richiede invece un impegno collettivo rivolto al cambiamento sociale. In questo caso, il correlato delle iniziative di proselitismo (che generalmente hanno carattere individuale in quanto si articolano all’interno di una relazione personale) è la militanza, cioè la partecipazione a gruppi (anche armati) nei quali i fedeli si strutturano in maniera para militare per promuovere con ogni mezzo, compreso il ricorso alla violenza più cruda, l’instaurazione di un ordine nel quale le leggi civili sono sostituite da un ordinamento giuridico plasmato sulla legge divina. Il terrorismo di matrice islamica è una degenerazione di questo atteggiamento: l’uso della violenza e della minaccia sono infatti una scorciatoia per l’instaurazione di una società ispirata ai precetti del Corano, interpretato nella maniera fondamentalista. Concettualmente non vi è soluzione di continuità tra fanatismo e terrorismo; come dicevano gli illuministi, dal fanatismo alla barbarie c’è solo un passo. Roberto Rapaccini