RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

ISLAM E DEMOCRAZIA - IV parte - Conclusioni (16-9-2015)

 


Alla luce dei precedenti approfondimenti può essere nuovamente affrontato il quesito iniziale: la religione islamica è compatibile con la democrazia intesa in senso occidentale? La domanda, se formulata in termini così assoluti, è superficiale e mal posta: infatti le variabili dei rapporti fra Islam e democrazia sono così numerose che non è possibile fornire una risposta univoca, ma sono necessarie precisazioni articolate.

Pertanto, possono essere fissati i seguenti punti.

 - Uno Stato in cui è in vigore la Sharia difficilmente può coesistere con una società pluralista e democratica. Il primato dell'Islam innanzitutto esclude la tutela dei fedeli di altre religioni. Significativo è il desueto (ma 'riesumato' dall'Isis)  istituto della Dhimma, che, prevedendo un'eccezione al principio che vietava ai non musulmani di risiedere nella terra dell’Islam, consentiva ad Ebrei e Cristiani di vivere nello Stato islamico subordinando tuttavia questa possibilità al pagamento di un'imposta. L'alternativa all'adeguamento all'istituto era la conversione (all'Islam) o la morte. In altri termini Ebrei e Cristiani godevano di diritti maggiori  rispetto a quelli di altri soggetti non-musulmani, ma minori di quelli previsti in favore dei musulmani. Inoltre, l'Islam, oltre a quella religiosa, giustifica altre forme di  discriminazione, come quella tra i sessi. In conclusione, l'ingerenza della Sharia sulla società civile è incompatibile con il pluralismo politico e religioso (politica e religione nell'Islam sono inscindibili);  è incompatibile con la tutela delle minoranze; è incompatibile con l'uguaglianza e i diritti di libertà. In sintesi, è incompatibile con la democrazia.

 - Diversamente, se lo Stato in cui risiede una maggioranza musulmana ha leggi laiche, non ci sono pregiudiziali ostative alla democrazia. Questo principio ha riscontri concreti, come ad esempio il regime tunisino. In Tunisia il 98 % della popolazione è di religione musulmana. Questo Paese nel 2014 ha adottato una Costituzione che è stata il frutto di un compromesso tra il partito islamista Ennahda e le forze dell'opposizione. La Carta Costituzionale accorda un posto politicamente contenuto all'Islam e introduce in vari settori della società la parità fra uomo e donna; prevede inoltre la libertà di coscienza ("lo Stato è custode della religione, garante della libertà di coscienza e di fede e del libero esercizio del culto"); garantisce la libertà d'espressione e vieta la tortura fisica e morale. L’Unione Europea attraverso un programma di assistenza finanziaria sta sostenendo questo processo di transizione democratica.

 - Fra queste due posizioni - ovvero lo Stato governato dalla Sharia e quello con leggi laiche pur caratterizzato da una popolazione in maggioranza musulmana -  ci sono sfumate situazioni intermedie.

 - Sullo sfondo il ricorrente problema della definizione del così detto 'Islam moderato', dal momento che, come già detto, fra le varie interpretazioni dell'Islam, è impossibile individuare una versione 'ufficiale' mancando un'autorità religiosa gerarchicamente superiore. Questo ha consentito la nascita di più ortodossie,  alcune delle quali violente e intolleranti. Roberto Rapaccini