RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

ISLAM E DEMOCRAZIA - III parte - Alcune precisazioni. (3-9-2015)

 


Stabilire con chiarezza le relazioni fra religione e politica è la condizione essenziale per lo sviluppo di principi che sono il presupposto della democrazia nell'accezione occidentale, quali la tolleranza, l’uguaglianza, il rispetto della libertà di pensiero, nonché la libertà di culto. Corollario dell'inesistenza nella cultura araba di una demarcazione fra fede e politica è la mancanza di una  corretta elaborazione del concetto di 'laicità', al quale viene spesso erroneamente attribuito - come conseguenza dell'assenza di pluralismo religioso - il significato di 'ateismo'. Fino a qualche decennio fa in arabo la parola 'laicità' nemmeno esi­steva. Attualmente con un neologismo si dice al maniyya, ma  questo termine nel suo esatto significato è generalmente compreso solo dai musulmani che hanno avuto contatti con la cultura occidentale. Il difetto di laicità ha come conseguenza che i poteri dello Stato islamico sono considerati legittimi solo se sono rispettosi della religione, diversamente dallo Stato moderno che si fonda sul  principio di legalità, ovvero sulla sovranità della legge.  La parola 'libertà' aveva invece in passato solo un significato legale e non politico, in quanto indicava l'assenza di limitazioni o restrizioni individuali: il suo opposto era quindi la schiavitù. Il contrario della tirannia non era libertà e la democrazia, ma la giustizia, con la precisazione che al dovere del capo di amministrare equamente non corrispondeva il diritto del suddito di essere trattato giustamente. La libertà da un punto di vista politico era solo una condizione collettiva e non personale, e quindi coincideva con il concetto occidentale di 'indipendenza' dello Stato, che è cosa diversa dalla democrazia. Quando gli echi della Rivoluzione Francese giunsero nel mondo arabo la parola libertà assunse anche un'accezione politica; tuttavia, con connotazioni negative in quanto gli autori musulmani la adottarono come sinonimo di libertinaggio, licenziosità ed anarchia, e quindi, in sintesi, come potenziale strumento di eversione dell'ordine morale religioso. Il principio della separazione dei poteri venne introdotto in alcuni Paesi islamici nei primi anni del Novecento (a partire dalla Turchia). Con il nazionalismo, per porre l'accento sulla necessità che la sovranità dello Stato fosse svincolata dalle tentazioni imperialiste di nazioni straniere, la libertà tornò ad essere sinonimo di indipendenza dello Stato. Il pluralismo partitico, presupposto della democrazia parlamentare, viene  tuttora considerato dal pensiero fondamentalista in contrasto con l'unità e la compattezza della Umma, la comunità musulmana; la libertà di opinione avrebbe infatti una connotazione negativa perché sarebbe causa di disorientamento politico e religioso, premessa di un ritorno al caotico mondo pagano precedente alla nascita dell'Islam. In ultimo, l'intangibilità della tradizione religiosa unita alla sua continua invasività sulla sfera politica costituisce un freno  all'iniziativa individuale e collettiva strumentale alla modernizzazione istituzionale. Roberto Rapaccini