RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

ISIS E DHIMMA (19-7-2015)

 


Lo Stato Islamico, a differenza di Al Qaeda, ha la direzione su un preciso territorio, che governa sottoponendolo a un diretto controllo anche fiscale; si è inoltre dotato di truppe formate da combattenti “regolari”. Osama Bin Laden voleva un Califfato, lo immaginava come il punto di approdo di un percorso, ma per la sua nascita attendeva che ci fosse nel mondo islamico la giusta unità. Abu Bakr al Baghdadi, leader dell'Isis, si è invece autoproclamato Califfo dopo aver preso il controllo di alcune zone tra Siria e Iraq. L'Isis ha un piede nel passato ed uno nel futuro: è un'evoluzione pratica del progetto dei gruppi fondamentalisti di matrice islamica, in particolare di Al Qaeda, ma si ispira a un desueto modello di Stato Islamico, vecchio di alcuni secoli. In questo contesto va considerato il ripristino della 'Dhimma'. La 'Dhimma' è un istituto che ebbe applicazione nel periodo islamico classico (VII-XVI secolo), ed è previsto dalla Sharia, ovvero dalla legge coranica, costituendo un correttivo al principio secondo il quale i fedeli di altre religioni non possono far parte della 'Umma', ovvero della comunità islamica, e cioè non possono risiedere nella terra dell’Islam. La stessa legge islamica, tuttavia, prevede un’eccezione per i fedeli delle altre religioni monoteiste, principalmente per gli ebrei e per i cristiani: per loro la possibilità di restare nella comunità islamica sarebbe consentita, ma sarebbe subordinata al pagamento di una imposta personale e di una fondiaria che assicurava loro anche una protezione. La 'jizya' era il termine arabo che indicava questi tributi, che gravavano sui sudditi maschi in grado di produrre reddito, mentre erano esentati gli appartenenti al clero. I cristiani e gli ebrei erano tenuti anche a un comportamento di subordinazione ai musulmani, nonché al divieto di proselitismo e al massimo rispetto della fede islamica. La 'Dhimma' è questa speciale disciplina, tecnicamente in concreto un patto individuale fra ebrei o cristiani e un’autorità di governo musulmana. La condizione di 'dhimmitudine' si perdeva a seguito di violazioni delle norme relative allo 'status', o per la conversione all’Islam. Il fondamento dell’istituto era la convinzione dei musulmani di essere superiori ai fedeli delle altre religioni; tuttavia, l’accettazione condizionata degli ebrei e dei cristiani era motivata dal carattere monoteista delle due fedi e dalla comune discendenza dal padre Abramo. La 'Dhimma' era considerato diversamente dai musulmani da una parte, e dagli ebrei e cristiani dall’altra: per i primi, convinti della superiorità della propria fede, l’istituto era un atto di liberalità e tolleranza; per ebrei e cristiani era fonte di una condizione minorata, di limitazioni e di una costante esposizione alle pesanti sanzioni conseguenti ad una possibile revoca. Come evidenziano numerose fonti video e pubblicazioni on-line, l'applicazione della 'Dhimma' come retoricamente 'riesumata' ed evocata dall'Isis si concreta esclusivamente nella concessione all'infedele di una tregua di sole 48 ore per compiere la propria scelta di abbracciare l’islam o di abbandonare le città: in mancanza dell'opzione per una delle due alternative il cristiano o l'ebreo viene giustiziato. Questo tradisce la reale volontà dei militanti del sedicente califfato, cioè quella di voler perseguire una politica di sterminio ed epurazione di cristiani ed ebrei, in quanto, di fatto, la conversione è l’unica via lasciata realmente aperta a queste comunità dallo sciagurato regime. Roberto Rapaccini