L'analisi
della deviante ideologia dell'Isis è fondamentale per la conoscenza dello Stato
Islamico, per contrastarne l'avanzata e per ridurre il reclutamento di
jihadisti. L'ideologia in generale viene correntemente definita come l'insieme
delle idee, delle opinioni e dei valori che orientano le iniziative di un
gruppo sociale. Vi è dunque un collegamento fra pensiero e azione. In
proposito, l'ideologia dell'Isis viene definita 'salafita - jihadista'.
Il momento teoretico è il Salafismo, cioè il ritorno all'antica purezza
dell’Islam attraverso un'interpretazione letterale dei testi sacri, ripuliti
dalle sovrastrutture e dalle integrazioni apportate nei secoli. La fase
attuativa è il jihad, interpretato come il complesso delle condotte, anche
belliche e di matrice terroristica, necessarie per attuare questo progetto. In
termini più specifici l'Islam si sarebbe allontanato dall'autenticità
originaria per colpa delle cospirazioni dell'Occidente, fonte di corruzione. La
risposta è la 'dawa', cioè il proselitismo per la causa dell'Islam, che l'Isis
interpreta con il reclutamento di adepti per la guerra santa avvalendosi, con
aggiornata ed efficace professionalità, di tutte le potenzialità
multimediali. Le ideologie moderne si articolano in quattro fasi: acquisire la
consapevolezza di una situazione, analizzarla, creare una base identitaria,
formulare rimedi. Questi passaggi si riscontrano nel percorso motivazionale
dell'Isis. Il mondo musulmano ha smarrito la retta via per colpa degli
infedeli, ovvero degli ebrei, dei 'crociati', degli arabi 'apostati': a
loro dichiara guerra Abu Bakr al Baghdadi con i suoi proseliti, che
definisce 'eroi del jihad'. L'Isis offre ai suoi seguaci una nuova seppur
discutibile identità, che si concreta nell'appartenenza ad una struttura
sovranazionale, che si professa in grado di garantire ordine, organizzazione,
sicurezza, certezza, motivazioni, stretta coerenza con l'impianto confessionale:
questi elementi hanno particolare effetto sui giovani neoconvertiti
all'Islam, 'disorientati' dalla modernità e dalla democrazia; questo 'humus'
genera il 'fard ayn' cioè la convinzione dell'esistenza di un dovere
individuale di promuovere il jihad. Ci sono altri due aspetti che l'ideologia
dell'Isis ha in comune con le ideologie moderne. Innanzitutto, l'universalismo:
analogamente all'utopia marxista, 'la chiamata alle armi' del nuovo
Califfato è rivolta a tutti i musulmani a prescindere dai confini nazionali.
Entrambe le ideologie poi dividono il mondo in una dicotomia
inconciliabile: mentre il marxismo-leninismo insiste sulla divisione fra
capitalisti e proletariato, il salafismo-jihadista contrappone ai veri credenti
musulmani gli infedeli e gli apostati musulmani. L'impianto ideologico, per
quanto coerente, non può mai giustificare chi si pone al di fuori della
comunità civile, nè legittimare qualsiasi mezzo per raggiungere un obiettivo.
Roberto Rapaccini