RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

sabato 3 giugno 2023

IL RUOLO IN LIBANO DELLA COMUNITA’ CRISTIANA COME ELEMENTO DI MEDIAZIONE E DI STABILIZZAZIONE (19.8.2020)

Nel 1920 fu creato il Grande Libano, uno Stato formalmente autonomo indirettamente amministrato dalla Francia, destinataria di un mandato della Società delle Nazioni; le sue frontiere geografiche corrispondevano all'incirca a quelle dell'attuale Libano. La sua fine si ebbe formalmente nel 1943 con la proclamazione di indipendenza della Repubblica del Libano. Il Grande Libano era l'unico Paese del mondo arabo il cui sistema politico era basato sulla democrazia, senza una religione di stato ufficiale. Il Libano pertanto già da allora rappresentava un rifugio sicuro per le minoranze religiose e, segnatamente, per i cristiani che vivevano nei Paesi arabi. È tuttora l’unico Paese nella regione in cui i cristiani giocano un ruolo attivo nella politica nazionale. Oltre al Presidente della Repubblica (che per Costituzione deve essere un maronita) siedono al Parlamento più di 40 deputati cattolici su un totale di poco più di 125 seggi. I cattolici sono rappresentati anche nel governo e nella funzione pubblica. Si stima che fin dagli anni Settanta siano la componente maggioritaria della popolazione. La comunità cristiana, ben inserita nel tessuto sociale, può svolgere un ruolo di mediazione nei difficili rapporti fra Sunniti e Sciiti. Un noto ayatollah libanese di origini [i] amava ripetere non c’è Libano senza i suoi cristiani, non c’è Libano senza i suoi musulmani. Nel marzo del 2010 per la prima volta cristiani e musulmani festeggiarono insieme l’Annunciazione. Questa festa ovviamente ricordava la visita dell’angelo a Maria. L’iniziativa che portò all’istituzione della festa fu approvata dal Consiglio Nazionale per il Dialogo e, successivamente, dal Consiglio dei Ministri nella convinzione che una celebrazione comune potesse accrescere l’intesa tra cristiani e musulmani. La Vergine Maria è infatti cara anche ai musulmani; nel Corano si trova il racconto dell’Annunciazione, anche se naturalmente le due religioni divergono sul significato dell’accadimento. Per i musulmani l’evento è solo l’annuncio della nascita di un grande profeta, mentre per i cristiani è il primo atto dell’Incarnazione del Figlio di Dio. La positiva esperienza dovrebbe essere considerata oltre i confini libanesi[ii]. Indubbiamente il meticciato di culture e di diverse tradizioni spirituali e religiose può essere un elemento di crescita sociale e politica, in anticipo sulla politica stessa. Insegna che musulmani e cristiani possono trovare un’intesa senza neutralizzare la loro storia. In un celebre discorso del 1989, Giovanni Paolo II affermò che il Libano è qualcosa di più di un Paese: è un messaggio di libertà e un esempio di pluralismo per l’Oriente come per l’Occidente![iii] In questi ultimi anni i contenuti di questa affermazione sono stati banalizzati e sviliti a mero slogan. Tuttavia, resta di massima attualità aiutare in ogni modo il Libano affinché ritrovi e consolidi la sua vocazione interreligiosa. Il nuovo Stato mediorientale deve fondarsi su una aggiornata e nuova coscienza sociale, politica e religiosa, che favorisca la definizione di una via araba alla democrazia, mediante la costituzione di una società del vivere insieme, come la definiva l’intellettuale e politico libanese cristiano-maronita Samir Frangieh[iv]. Roberto Rapaccini

 


[i] Si tratta dell’imam sciita Muhammad Mahdi Shamseddine (Shams ad-Dîn). Nato nel 1936 in Iraq, ma originario della regione del Jabal ‘Amel nel Libano meridionale, Shamseddine apparteneva a una famiglia di alti dignitari religiosi, la cui genealogia risale fino a Muhammad Ibn Makkî al-‘Âmilî, celebre teologo del XIV secolo, noto come “il primo martire” (al-shahîd al-awwal) per essere stato ucciso dai mamelucchi sunniti.

[ii] Il documento sulla “Fratellanza umana. Per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato il 4 febbraio da papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb grande imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi è anche il frutto di questo cammino.

[iii]  La frase è stata pronunciata nel 1997 da Giovanni Paolo II in occasione della visita in Libano per la pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale del Sinodo speciale dedicato proprio al Libano.

[iv] Samir Frangieh (12.4.1945 – 11.4.2017) è stato un intellettuale, politico e giornalista libanese.