RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 7 giugno 2023

IL QUARTIERE EBRAICO (24-6-2015)

 


In Egitto la televisione di Stato in questi giorni sta lanciando sommessamente un importante  segnale politico: in occasione del Ramadan un canale televisivo ha inserito nel suo palinsesto una soap opera sulla condizione degli ebrei in Egitto negli Anni Cinquanta; il titolo è Haret al-Yahood (Il quartiere ebraico) e racconta le vicende di una comunità ebraica insediata al Cairo. In quel contesto musulmani, cristiani ed ebrei vivevano in pace e in armonia. Si tratta di una trentina di episodi che narrano l'amore tra un ufficiale dell’esercito egiziano con una giovane donna ebrea. Sullo sfondo si articolano le vicende storiche - dal conflitto arabo-israeliano alla crescita dei nazionalismi arabi - mentre viene evocata con nostalgia l'immagine della coesistenza pacifica tra etnie diverse. Emerge con enfasi la reputazione positiva degli ebrei egiziani in quegli anni insieme a quella di un Egitto aperto e tollerante.  Il messaggio politico è evidente: non ha fondamento l'ostilità della società civile nei confronti degli ebrei, mentre il vero nemico è il fondamentalismo dei Fratelli Musulmani, combattuto dal regime attuale. In sintesi, l'Egitto dovrebbe tornare al clima laico nasseriano (più precisamente del primo Nasser), quando la religione non interferiva con la politica e con la vita pubblica. Rispetto all'antisemitismo militante che ha caratterizzato  la  televisione egiziana per decenni, si tratta di una svolta epocale. La serie televisiva va oltre un approfondimento della condizione degli Ebrei d'Egitto, descritti come convinti antisionisti, poiché suscita un dibattito globale sull'identità egiziana. Gli ambienti islamici invece evidenziano che il contesto degli episodi  riflette la tacita alleanza del presidente Al-Sisi con Israele contro le forze dell'Islam politico che si sono opposte alla deposizione del presidente Mohamed Morsi, sostenuto dai Fratelli Musulmani. Il revisionismo storico proposto televisivamente ha suscitato pertanto un'accesa discussione anche perché l'antisemitismo è stata una costante latente, quando non manifesta, della storia  egiziana (peraltro lo stesso Nasser fu responsabile dell'esodo di migliaia di ebrei). La televisione, come sempre, propone la sua verità, impedendo 'democraticamente' il libero pensiero. Roberto Rapaccini