RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 7 giugno 2023

IL DIALOGO FRA LE CULTURE DEL MEDITERRANEO (30-4-2015)

 


Lo strumento principale attraverso il quale si realizza un’osmosi fra culture è la traduzione dei libri: le pubblicazioni in altre lingue trasmettono  all’estero la propria civiltà. Le traduzioni sono  pertanto un importante ponte fra  i Paesi occidentali ed il mondo arabo; riflettono anche il livello  della circolazione delle idee e sono sintomatiche dell’entità del dialogo interculturale.  L’Europa non traduce molto. La Francia, per ragioni facilmente intuibili, è il Paese che traduce il maggior numero di libri dall’arabo; tuttavia, si tratta solo di una sessantina di volumi l’anno,  che corrispondono allo 0,6% di tutti i libri stranieri tradotti in francese. Negli Stati europei complessivamente considerati la media è di circa un libro arabo ogni mille traduzioni. Escludendo i libri sacri - il Corano  in particolare - o i classici  - come le Mille e una Notte - o le opere di scrittori noti - come quelle di Khalil Gibran e di Naguib Mahfouz - i libri tradotti dall’arabo hanno scarsa visibilità nei  media, nelle librerie e nelle biblioteche. In Israele le traduzioni in arabo sono rare nonostante gli arabofoni siano il 25% della popolazione: questo è indicativo di una scarsa comunicazione fra le due etnie. Anche la lingua turca è poco tradotta: sono turchi lo 0,15% dei libri tradotti in francese, lo 0,06% di quelli tradotti in italiano, lo 0,05 di quelli tradotti in spagnolo. Queste cifre evidenziano una modesta considerazione degli Stati europei per la cultura degli altri Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, nonostante l'Europa abbia condiviso parte della sua storia con i popoli arabi e quello turco. La maggior parte delle traduzioni di libri arabi nelle lingue dei Paesi dell’Europa orientale o settentrionale transitano per lingue terze, principalmente per il francese e per l’inglese. La letteratura araba e turca è pressoché sconosciuta nell’Europa dell’est e nell’area balcanica; vengono infatti tradotte prevalentemente le pubblicazioni religiose destinate alle minoranze musulmane.  La saggistica in materia di scienze sociali è raramente oggetto di traduzione dall’arabo: questo elemento è indicativo dell’assenza di un dibattito di idee sui temi sociali. L’Europa, prigioniera del proprio etnocentrismo, non sembra  apprezzare la produzione intellettuale che proviene dal mondo arabo e dalla Turchia. Sembra inoltre fondato dedurre da questi numeri che tutto quello che sappiamo sul mondo arabo lo apprendiamo da autori europei, soprattutto francesi, mentre solo in piccola parte le nostre conoscenze provengono da fonti autentiche e dirette. Il mondo arabo invece, attraverso la traduzione di opere letterarie, manifesta a piccoli passi un crescente interesse per la cultura occidentale. Le traduzioni riguardano prevalentemente la narrativa, ma si traducono anche dizionari, opere scientifiche, saggi, libri per ragazzi  e per bambini. In Egitto ed in Libano si pubblicano ogni anno dai 350 ai 400 libri stranieri (non arabi). Queste iniziative sono favorite  anche dalla partnership fra case editrici, come quella nata fra l’egiziana Shourouk e la britannica Penguin, che ha consentito di proporre al lettore mediorientale opere come ‘l’Odissea’, ‘Il Principe’ di Macchiavelli, ‘Pigmalione’ di George Bernard Shaw, ‘Furore’ di John Steinbeck.  L’inglese è la lingua più tradotta: solo in Egitto dal 2000 al 2006 sono state pubblicate 1700 opere originariamente in lingua inglese; questo dato  equivale a più del 75% di tutte le traduzioni.  Un’altra fertile partnership è in atto fra la Bloomsbury Publishing e il Qatar; l'iniziativa ha consentito la diffusione in arabo di numerose opere inglesi e francesi. L’inglese funge spesso da lingua di transito di altre lingue verso l’arabo; ad esempio, in questi casi non si traduce in genere un libro direttamente dal finnico, dal giapponese, dal cinese o dallo svedese, ma si utilizza la corrispondente edizione britannica o americana.  La seconda lingua più tradotta è il francese, che rappresenta il 30% delle traduzioni in arabo. Solo in Libano - che ha una popolazione francofona del 38% - sono 1054 le edizioni di opere francesi pubblicate in arabo fino al 2008. Gli autori più tradotti sono classici e moderni, come Jean Paul Sartre, Molière, Victor Hugo, Albert Camus e André Malraux, o scrittori vicina alla cultura araba e islamica come Roger Garaudy, o autori arabi di lingua francese,  come Mohammed Arkoun, Amin Maalouf, Samir Amin, fra i quali alcuni, privilegiando come scenari les bainlieau, descrivono l’atmosfera della periferia parigina, e quindi le problematiche delle etnie arabe nei Paesi di immigrazione. La terza lingua più tradotta in arabo è il persiano, mentre la quarta è il tedesco: i lavori di Hermann Hesse e di Bertold Brecht sono i più ‘gettonati’.  Poco tradotte sono le opere in lingua spagnola: solo 35 l’anno. Gli ispanici più popolari nel contesto letterario arabo sono  Gabriel García Márquez, Jorge Luis Borges, Miguel de Cervantes, Isabel Allende, Federico García Lorca, Mario Vargas Llosa, Julio Cortázar. Le opere italiane tradotte in arabo sono circa 350, delle quali più del 30% sono opere letterarie. L’italiano si attesta intorno alla terza o quarta posizione. Gli autori più tradotti sono Italo Calvino, Alberto Moravia, Luigi Pirandello e Umberto Eco. Generalmente le traduzioni avvengono direttamente dall’italiano, con poche eccezioni di opere tradotte tramite l’inglese. Un valido contributo  alla diffusione della letteratura italiana viene dalla creazione di specifici dipartimenti in alcune  Università arabe, come a Manouba in Tunisia, ad Ain Shams e Helwan in Egitto, e a Damasco.  Alcune personalità  arabe hanno contribuito molto alla diffusione della conoscenza di classici italiani: in particolare, il giordano Issa Al Naouri, il libico Khalifa Tillisi e Hassan Osman. Tilissi è autore di un importante dizionario arabo-italiano, mentre Osman ha curato una traduzione in arabo della Divina Commedia dalla quale ha però omesso i versi che descrivono le pene subite da Maometto, considerate offensive nei confronti del Profeta dell’islam. Il Libano è il Paese che ha orizzonti culturali più ampi. Nelle librerie di Beirut possono essere acquistati libri sulla Siria, sullo  Sciismo nel Golfo, sui documenti di Wikileaks relativi al Libano, oltre a classici in arabo di autori di fama internazionale: Gabriel García Márquez, Orhan Pamuk e Amin Maalouf. Nel complesso l’interesse arabo per l'Occidente ha un trend in ascesa: la cultura getta ponti fra terre separate dal mare dei pregiudizi e dell’ignoranza. Nei libri c'è la nostra storia, anche la memoria di un passato di cui ci siamo dimenticati. Roberto Rapaccini