Lo
strumento principale attraverso il quale si realizza un’osmosi fra culture è la
traduzione dei libri: le pubblicazioni in altre lingue trasmettono
all’estero la propria civiltà. Le traduzioni sono pertanto un importante
ponte fra i Paesi occidentali ed il mondo arabo; riflettono anche il
livello della circolazione delle idee e sono sintomatiche dell’entità del
dialogo interculturale. L’Europa non traduce molto. La Francia, per
ragioni facilmente intuibili, è il Paese che traduce il maggior numero di libri
dall’arabo; tuttavia, si tratta solo di una sessantina di volumi l’anno,
che corrispondono allo 0,6% di tutti i libri stranieri tradotti in
francese. Negli Stati europei complessivamente considerati la media è di circa
un libro arabo ogni mille traduzioni. Escludendo i libri sacri - il Corano
in particolare - o i classici - come le Mille e una Notte - o le
opere di scrittori noti - come quelle di Khalil Gibran e di Naguib Mahfouz - i
libri tradotti dall’arabo hanno scarsa visibilità nei media, nelle
librerie e nelle biblioteche. In Israele le traduzioni in arabo sono rare
nonostante gli arabofoni siano il 25% della popolazione: questo è indicativo di
una scarsa comunicazione fra le due etnie. Anche la lingua turca è poco
tradotta: sono turchi lo 0,15% dei libri tradotti in francese, lo 0,06% di
quelli tradotti in italiano, lo 0,05 di quelli tradotti in spagnolo. Queste
cifre evidenziano una modesta considerazione degli Stati europei per la cultura
degli altri Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, nonostante l'Europa abbia
condiviso parte della sua storia con i popoli arabi e quello turco. La maggior
parte delle traduzioni di libri arabi nelle lingue dei Paesi dell’Europa
orientale o settentrionale transitano per lingue terze, principalmente per il
francese e per l’inglese. La letteratura araba e turca è pressoché sconosciuta
nell’Europa dell’est e nell’area balcanica; vengono infatti tradotte
prevalentemente le pubblicazioni religiose destinate alle minoranze
musulmane. La saggistica in materia di scienze sociali è raramente
oggetto di traduzione dall’arabo: questo elemento è indicativo
dell’assenza di un dibattito di idee sui temi sociali. L’Europa, prigioniera
del proprio etnocentrismo, non sembra apprezzare la produzione
intellettuale che proviene dal mondo arabo e dalla Turchia. Sembra inoltre
fondato dedurre da questi numeri che tutto quello che sappiamo sul mondo arabo
lo apprendiamo da autori europei, soprattutto francesi, mentre solo in piccola
parte le nostre conoscenze provengono da fonti autentiche e dirette. Il mondo
arabo invece, attraverso la traduzione di opere letterarie, manifesta a piccoli
passi un crescente interesse per la cultura occidentale. Le traduzioni
riguardano prevalentemente la narrativa, ma si traducono anche dizionari, opere
scientifiche, saggi, libri per ragazzi e per bambini. In Egitto ed in
Libano si pubblicano ogni anno dai 350 ai 400 libri stranieri (non arabi).
Queste iniziative sono favorite anche dalla partnership fra case
editrici, come quella nata fra l’egiziana Shourouk e la britannica Penguin, che
ha consentito di proporre al lettore mediorientale opere come ‘l’Odissea’, ‘Il
Principe’ di Macchiavelli, ‘Pigmalione’ di George Bernard Shaw, ‘Furore’ di
John Steinbeck. L’inglese è la lingua più tradotta: solo in Egitto dal
2000 al 2006 sono state pubblicate 1700 opere originariamente in lingua
inglese; questo dato equivale a più del 75% di tutte le traduzioni.
Un’altra fertile partnership è in atto fra la Bloomsbury Publishing e il Qatar;
l'iniziativa ha consentito la diffusione in arabo di numerose opere inglesi e
francesi. L’inglese funge spesso da lingua di transito di altre lingue verso
l’arabo; ad esempio, in questi casi non si traduce in genere un libro
direttamente dal finnico, dal giapponese, dal cinese o dallo svedese, ma si
utilizza la corrispondente edizione britannica o americana. La seconda
lingua più tradotta è il francese, che rappresenta il 30% delle traduzioni in
arabo. Solo in Libano - che ha una popolazione francofona del 38% - sono 1054
le edizioni di opere francesi pubblicate in arabo fino al 2008. Gli autori più
tradotti sono classici e moderni, come Jean Paul Sartre, Molière, Victor Hugo,
Albert Camus e André Malraux, o scrittori vicina alla cultura araba e islamica
come Roger Garaudy, o autori arabi di lingua francese, come Mohammed
Arkoun, Amin Maalouf, Samir Amin, fra i quali alcuni, privilegiando come
scenari les bainlieau, descrivono l’atmosfera della periferia parigina, e
quindi le problematiche delle etnie arabe nei Paesi di immigrazione. La terza
lingua più tradotta in arabo è il persiano, mentre la quarta è il tedesco: i
lavori di Hermann Hesse e di Bertold Brecht sono i più ‘gettonati’. Poco
tradotte sono le opere in lingua spagnola: solo 35 l’anno. Gli ispanici più
popolari nel contesto letterario arabo sono Gabriel García Márquez, Jorge
Luis Borges, Miguel de Cervantes, Isabel Allende, Federico García Lorca, Mario
Vargas Llosa, Julio Cortázar. Le opere italiane tradotte in arabo sono circa
350, delle quali più del 30% sono opere letterarie. L’italiano si attesta
intorno alla terza o quarta posizione. Gli autori più tradotti sono Italo
Calvino, Alberto Moravia, Luigi Pirandello e Umberto Eco. Generalmente le
traduzioni avvengono direttamente dall’italiano, con poche eccezioni di opere
tradotte tramite l’inglese. Un valido contributo alla diffusione della
letteratura italiana viene dalla creazione di specifici dipartimenti in alcune
Università arabe, come a Manouba in Tunisia, ad Ain Shams e Helwan in
Egitto, e a Damasco. Alcune personalità arabe hanno contribuito
molto alla diffusione della conoscenza di classici italiani: in particolare, il
giordano Issa Al Naouri, il libico Khalifa Tillisi e Hassan Osman. Tilissi è
autore di un importante dizionario arabo-italiano, mentre Osman ha curato una
traduzione in arabo della Divina Commedia dalla quale ha però omesso i versi
che descrivono le pene subite da Maometto, considerate offensive nei confronti
del Profeta dell’islam. Il Libano è il Paese che ha orizzonti culturali più
ampi. Nelle librerie di Beirut possono essere acquistati libri sulla Siria,
sullo Sciismo nel Golfo, sui documenti di Wikileaks relativi al Libano,
oltre a classici in arabo di autori di fama internazionale: Gabriel García
Márquez, Orhan Pamuk e Amin Maalouf. Nel complesso l’interesse arabo per
l'Occidente ha un trend in ascesa: la cultura getta ponti fra terre separate
dal mare dei pregiudizi e dell’ignoranza. Nei libri c'è la nostra storia, anche
la memoria di un passato di cui ci siamo dimenticati. Roberto Rapaccini