RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 7 giugno 2023

GLI EURO - JIHADISTI (7-6-2015)

 


Il reclutamento di jihadisti in Europa è in aumento. È una questione complessa che non può essere sottovalutata riducendo questi casi a situazioni di mancata integrazione di nuovi immigrati. Infatti, il fenomeno riguarda anche i neoconvertiti di  nazionalità occidentale, nonché i così detti 'homegrown', gli immigrati di seconda generazione, cioè quelli nati e cresciuti in Occidente. Risultano irrilevanti le classi sociali di appartenenza. In proposito, alcune ricerche sociologiche hanno evidenziato la falsità del luogo comune secondo il quale il terrorista sarebbe indigente o proveniente da classi disagiate: è emerso che alcuni responsabili di azioni criminose di matrice islamica avevano completato gli studi universitari, altri avevano un lavoro fisso, in alcuni casi di buon livello. In passato, l'arruolamento di potenziali terroristi avveniva attraverso l'avvicinamento al radicalismo islamico in seno all'ambiente familiare o mediante amici. Se il giovane si fosse mostrato ‘sensibile’ sarebbe resa più incisiva la sua formazione al fine di farne un mujaheddin, cioè un combattente jihadista. L'ambiente privilegiato per queste iniziative erano le moschee, che non sono solo luoghi di culto, ma anche contesti nei quali a livello locale si articola una parte significativa della vita sociale, si svolgono eventi conviviali, e si rinforzano i sentimenti di solidarietà fra musulmani. La visione integralista, generalmente di tipo salafita, indotta nel giovane costituisce un terreno fertile perché si formi il convincimento dell'esistenza di un dovere di andare a combattere in Siria o in Iraq per sostenere l'Isis, punta esponenziale della jihad globale. A questa fase segue il contatto diretto con un membro attivo dell'eversione per dare seguito alle aspirazioni del neo-affiliato, fornendo anche il necessario supporto materiale. Attualmente questa prassi è divenuta più rischiosa e meno efficace a seguito delle attività preventive delle forze dell'ordine, e si è aggiunta la propaganda sul web di predicatori particolarmente carismatici. Più precisamente il contatto umano con esponenti dell'integralismo probabilmente continua ad avvenire nelle moschee o in ambienti collegati, ma i siti web e i social network assicurano efficacemente la promozione del radicalismo. Il ricorso ad Internet consente di estendere il reclutamento anche a giovanissimi. I siti sono preparati molto accuratamente, con video ed immagini finalizzati a suscitare il rifiuto della cultura occidentale, traditrice e infedele, e a considerare la guerra a sostegno dei fratelli islamici  in difficoltà un obbligo per il vero credente. La capacità dello Stato islamico di attrarre e motivare giovani disposti a morire deve essere elemento di riflessione e di autocritica per la realtà occidentale, senza ricorrere alla congettura di moda nel post-sessantotto secondo la quale ogni disfunzione, ogni disagio era imputabile 'alla società'. Il reclutamento di jihadisti non è un fenomeno di massa, è limitato a quei giovani particolarmente disorientati dal relativismo dominante, incapaci di compiere autonomamente scelte su cui costruire l'esistenza, nel quadro di un contesto entro il quale l'indifferenza viene spacciata per tolleranza. L'Isis, con il suo efficace apparato propagandistico fornisce come alternativa principi saldi che sono il precipitato della sua discutibile propensione alla certezza. Probabilmente, più o meno consapevolmente, alcuni giovani avvertono che l'insicurezza generata dalla crisi di identità possa superarsi attraverso l’inserimento in un gruppo coeso dalla fede Roberto Rapaccini