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PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

FONDAMENTALISMO E TERRORISMO (27-11-2015)

 


Il Fondamentalismo è un atteggiamento conservatore e di reazione nei confronti di qualsiasi forma di modernità al fine di proteggere con ogni mezzo l’ortodossia. Nel linguaggio comune i termini Fondamentalismo, Integralismo e Radicalismo possono essere considerati sinonimi quando esprimono un atteggiamento acritico e dogmatico nei confronti di testi o teorie non necessariamente religiose. Comunemente la parola ‘fondamentalismo’, usata per definire un attivismo politico di tipo religioso, viene associata all’Islam. Tuttavia, il Fondamentalismo ha avuto la sua origine alla fine del XIX secolo in ambito protestante, per designare all’interno della Chiesa Battista una corrente che si opponeva al razionalismo e al modernismo, e affermava l’opportunità di un’interpretazione letterale dei fondamenti della fede cristiana. Il termine è stato poi esteso a tutti i punti di vista che, insistendo sull’interpretazione letterale di testi sacri quali la Bibbia o il Corano, avevano carattere antimodernista all’interno delle rispettive religioni. Il filosofo Juergensmeyer ha evidenziato la genericità del termine ‘Fondamentalismo’, troppo vago e scarsamente connotato dal punto di vista politico, ritenendo più significativo l’uso della locuzione ‘nazionalismo religioso’. Il ‘nazionalismo religioso’ è infatti la sintesi fra il nazionalismo, inteso come l’insieme dei valori del patrimonio culturale e spirituale espressione di una collettività omogenea, e un particolare credo religioso. È questa relazione che può in concreto determinare la politicizzazione della religione e l’influenza della religione sulla politica nazionale. Nella Chiesa Cattolica nel secolo scorso è stata espressione di un’istanza fondamentalista la condotta dell’arcivescovo Marcel Lefebvre, che era profondamente ostile allo spirito innovatore del Concilio Vaticano II. Il Fondamentalismo, quindi, non è una caratteristica esclusiva degli ambienti islamici. Sicuramente in ambiente islamico il Fondamentalismo può essere incoraggiato dal tipo di formazione che si riceve nelle madrase,  che induce o rafforza sentimenti dai connotati fortemente anti-occidentali, che tuttavia non possono essere considerati il presupposto necessario e sufficiente delle iniziative terroristiche. Il terrorismo è  un fenomeno degenerativo della contrapposizione fra Islam e mondo occidentale; si manifesta a livello internazionale avvalendosi anche di ambigui equilibri geopolitici e di discutibili motivazioni culturali; ha una particolare genesi, che è complessa e articolata. Il terrorismo presuppone la disponibilità di ingenti capitali per la formazione e l’addestramento dei militanti e per l’attuazione dei progetti criminosi; è necessario il contributo di personalità aventi particolari capacità organizzative e carismatiche, nonché la connivenza di alcuni Stati che forniscano rifugio e supporto organizzativo (i così detti ‘Stati canaglia’). È inquietante, tuttavia, che dagli ambienti fondamentalisti islamici provenga non raramente una simpatia per le iniziative terroristiche, che sono percepite come strumentali alla prevalenza dell’Islam sull’Occidente infedele e miscredente. In proposito, un efficace contrasto del terrorismo richiede che ne vengano meno le giustificazioni politiche e ideologiche, e il sostegno popolare. Pertanto, il Fondamentalismo si distingue dal terrorismo perché si esaurisce  nello sviluppo di una cultura di forte opposizione all’Occidente, purché sia chiara la sua dissociazione dalle derive violente. In proposito come corollario di chiusura va anche precisato che la libertà di culto non può mai costituire una malintesa area franca che assicuri l’impunità, ma presuppone per il suo legittimo esercizio il rispetto dei principi di giustizia e di democrazia strutturati nei rispettivi ordinamenti nazionali. Probabilmente si dovrebbe riflettere anche su questo; negli ultimi 20 anni, negli Stati  Uniti sono stati compiuti attentati contro centri per omosessuali, nei confronti di medici abortisti e delle loro cliniche, da terroristi che si sono dichiarati  o di fede cattolica, o luterana, o presbiteriana. Tuttavia, a nessuno (giustamente) è venuto in mente di avviare una riflessione sulla compatibilità tra fede cristiana e democrazia, o confondere queste iniziative estremistiche e i metodi violenti per supportarle con  le posizioni delle corrispondenti Chiese. In altri termini è facile cedere alla tentazione di usare la religione come alibi per giustificare la violenza contro un proprio nemico, ma è assurdo confondere  tutto questo con la religione stessa. Inoltre, come i terroristi di Parigi urlavano ‘Allahu akbar’, anche gli appartenenti al Ku Klux Klan, quando commettevano i loro misfatti, dicevano di ispirarsi a specifici versetti della Bibbia, che menzionavano nei loro documenti farneticanti; ma nessuno confonderebbe il Ku Klux Klan con il pensiero cristiano. In altri termini, anche se si va radicando una diversa convinzione, confondere il terrorismo e il radicalismo con l’ordinaria professione della fede musulmana - a prescindere dalle dispute sull’interpretazione del Corano - non sembra ragionevole. Ed è anche un errore strategico perché considerare tutto il mondo islamico coalizzato e contrapposto all’Occidente alimenta la congettura che sia in atto uno scontro di civiltà fra Islam e Occidente, del quale la guerra asimmetrica con il terrorismo è la punta avanzata. Ed il terrorismo è alla ricerca di una base ideologica sempre più ampia e condivisa; al contrario, come tante esperienze pregresse dimostrano, la sconfitta del terrorismo presuppone il suo isolamento. Roberto Rapaccini