RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 6 giugno 2023

FEMMINISMO E ISLAM (26-10-2015)

 


Femminismo e Islam sembrano a prima vista un ossimoro, cioè una contraddizione in termini. In realtà, la questione femminile nel mondo musulmano è molto varia e complessa. Per la prima volta ne ho preso atto qualche anno fa leggendo un libro di Lilli Gruber, 'Figlie dell'Islam', che conteneva gli esiti dell'indagine con la quale la nota giornalista aveva esplorato l'universo femminile nel mondo arabo. Accanto a donne - ed erano la maggioranza - vittime di profondi e, talvolta, drammatici condizionamenti - come un'egiziana che a quattro anni aveva subito la recisione del clitoride con un rasoio - ce ne erano altre che avevano percorso positivamente un cammino di emancipazione, come una Yemenita, docente universitaria, che era riuscita a rifiutare il marito scelto per lei. Sono state intervistate inoltre alcune donne che occupavano posti di vertice e di responsabilità perfino in realtà istituzionalmente arretrate e maschiliste come quella saudita. Successivamente, da uno sguardo affrettato alla cinematografia mediorientale (compresa quella israeliana) mi sono reso conto che spesso protagonisti di quei film erano personaggi femminili. Alcuni esempi: 'Caramel' e 'Ora dove andiamo?' della regista libanese Nadine Labaki, 'Il Giardino dei Limoni' dell'israeliano Eran Riklis e 'Free zone' del suo connazionale Amos Gitai, gli iraniani 'Il Cerchio' di Jafar Panahi, 'Persepolis' di Marjane Satrapi e 'Donne senza uomini' di Shirin Neshat; solo per citarne alcuni. Pertanto, pur non potendo disconoscere la subordinazione della donna nella società araba, tuttavia la problematica mi è sembrata spesso risolta semplicisticamente, banalizzata dagli stereotipi delle specifiche realtà nazionali particolarmente influenzate dalle tradizioni locali, il femminismo islamico è un movimento trasversale di tutta la comunità musulmana - in virtù del presunto carattere universale degli ideali coranici - che approfondisce l'esegesi del Corano al fine di evidenziare le disposizioni che dichiarano l'uguaglianza di tutti gli uomini: in altri termini, si sostiene la parità di genere come corollario del proclamato principio di uguaglianza di tutti gli 'insan' (gli esseri umani). Si evidenzia pertanto anche in questo ambito la sovrapposizione, ricorrente nell'Islam, fra religione e politica, in quanto la soluzione di una questione sociale, quale la precisazione dei contenuti del rapporto uomo - donna, richiede un approfondimento teologico, ovvero una rilettura del Sacro Testo, a differenza degli analoghi movimenti occidentali che avevano e hanno estrazione laica. Il femminismo islamico sostiene infatti che non è il Corano ad essere contro le donne, ma l'interpretazione che ne è stata data e le tradizioni patriarcali consolidate nel tempo. Le prime voci di scrittrici e intellettuali che hanno sollevato la questione femminile nel mondo arabo risalgono alla fine dell'Ottocento: anche se è innegabile che nei Paesi islamici le donne subiscano ancora gravi discriminazioni, questo dato storico contrasta con il convincimento di noi europei di detenere in maniera esclusiva il monopolio dei movimenti di liberazione ed il primato nella promozione della democrazia e dei diritti di libertà. Tutto questo mentre in Europa il femminismo è spiazzato da una 'femminilizzazione' del modello maschile, che già dall'aspetto estetico (depilazione, orecchini ed orpelli vari, uso di creme di bellezza) si ispira a stereotipi attribuiti, per pregiudizi consolidati, all'universo femminile. Roberto Rapaccini