Se
verrà confermata la matrice terroristica dell'incidente all'Airbus A321 della
compagnia aerea russa Kogalymavia, avvenuto durante il sorvolo della penisola
del Sinai e nel quale sono morte 224 persone, il relativo attentato sarà di
facile lettura: l'Isis (o il gruppo jihadista responsabile della fase
esecutiva del crimine - al riguardo nel Sinai è attiva una filiale dello Stato
Islamico) avrebbe colpito due 'odiati' nemici: l'Egitto e la Russia. Per quanto
riguarda l'Egitto, nonostante le dichiarazioni rassicuranti delle autorità,
risulterebbe confermata la sua natura di meta per i turisti poco affidabile e
pericolosa. Il danno che ne deriverebbe al regime egiziano, già in difficoltà,
sarebbe ingente: il turismo è uno dei settori più importanti nell'economia del
Paese. In particolare, nel 2014 l'Egitto ha accolto più di 3 milioni di russi.
Già nel luglio scorso la Farnesina, dopo l'esplosione di un'autobomba contro il
consolato italiano al Cairo e in considerazione del deterioramento della
generale situazione, aveva cautamente sconsigliato i viaggi in quel Paese non
indispensabili, soprattutto nelle località diverse dai resort dei
più frequentati siti turistici; inoltre era stato raccomandato in
ogni caso di mantenere elevata la soglia di attenzione in quanto,
nonostante i controlli delle autorità, non potevano essere escluse
possibili minacce alla propria sicurezza. L'Egitto, infatti, pur essendo uno
Stato con una salda maggioranza sunnita, per la sua politica estera moderata
e per le sue relazioni politiche ed economiche con il mondo occidentale è
particolarmente inviso all'Isis e al fondamentalismo sunnita. In proposito
l'Egitto è anche il Paese che maggiormente 'sdogana' in Occidente la
cultura araba (ad esempio, attraverso la letteratura e il cinema); per questo
fra le lingue nazionali a matrice araba l'egiziano è l'idioma più popolare
all'estero. L'attentato colpirebbe particolarmente il regime di Al Sisi, che ha
fatto della lotta al fondamentalismo islamico uno dei suoi principali
obiettivi. La Russia pagherebbe invece il suo impegno in Siria in
appoggio al fronte sciita e l'alleanza con l'Iran, l'unico Paese realmente
impegnato 'sul campo' a contrastare l'avanzare dello Stato Islamico
(mentre le iniziative degli 'alleati' occidentali sono blande e poco
coordinate). Naturalmente queste considerazioni presuppongono la natura
terrorista del disastro aereo sul Sinai. Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
martedì 6 giugno 2023
L'INCIDENTE SUL SINAI ALL'AEREO RUSSO (5-11-2015)
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