RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

sabato 3 giugno 2023

AGGIORNAMENTO DEL 14.03.2022 - NEGOZIATI A GERUSALEMME?

 

Sembra che ci avviamo verso esiti devastanti: Putin va avanti, si avvicina ai confini della Polonia con il rischio che gli attacchi sconfinino anche accidentalmente nel territorio della Nato con una conseguente letale escalation della guerra. C’è ancora uno spiraglio che alimenta la speranza per una soluzione negoziale del conflitto? Il 12 marzo a fine giornata (alle 23:56) il Jerusalem Post ha pubblicato una notizia, rilanciata successivamente da altre agenzie e testate giornalistiche, spiegando di averla appresa da una ‘fonte diplomatica’ dopo un colloquio telefonico avvenuto tra Zelensky e il primo ministro israeliano Naftali Bennett. La notizia è questa: la Russia avrebbe manifestato disponibilità a tenere negoziati con l'Ucraina a Gerusalemme. Della questione non si parla molto (e questo è un buon segno); ci siamo abituati allo svolgimento di incontri formali fra le due delegazioni (dai quali non sta emergendo nulla di concreto), contestuali a contatti ufficiosi fra Stati a livello governativo con maggiori margini di incidenza. Oggi, ad esempio, a Roma il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e il Responsabile della Politica Estera del Partito Comunista Cinese Yang Jiechi si incontreranno per discutere di questioni internazionali e regionali, e delle relazioni fra Cina e Stati Uniti. La Cina potrebbe avere un importante ruolo nelle trattative: in proposito il Financial Times ha ipotizzato che la Russia possa aver chiesto alla Cina assistenza militare e soldi per sostenere l’invasione fin dall’inizio. Israele non si è ufficialmente espresso sulle possibili negoziazioni a Gerusalemme. Perché la candidatura di Gerusalemme? La mediazione di Israele è gradita ad entrambe le parti. Gli interessi di Israele e Russia potrebbero convergere nel contenimento delle mire espansionistiche dell’Iran sul Medioriente. Quanto a Zelensky, è di origine ebrea e si affiderebbe alla mediazione di Bennet perché sa che ‘dietro di lui’ ci sono gli Stati Uniti. Pone un’unica condizione: che le trattative siano precedute da un ‘cease-fire’, un cessate il fuoco.  In proposito, può considerarsi seria l’intenzione dei russi di negoziare se nello stesso tempo consumano i peggiori crimini di guerra e non manifestano minimamente l’intenzione di fermarsi? Forse questa spietata e riprovevole strategia paradossalmente confermerebbe l’intenzione di negoziare. Sfuggita la possibilità di una guerra lampo, la Russia, a causa degli effetti delle sanzioni comincia ad essere in grave difficolta ed a rischio di default. Quindi deve realizzare quanti più impressionanti risultati bellici in breve tempo (e cioè prima di essere travolta dalle difficoltà interne) per presentarsi al tavolo delle trattative come una grave minaccia per la pace mondiale ed ottenere in questo modo il consenso sulle sue proposte. Tra l’altro solo da un tavolo negoziale così strutturato Putin potrebbe non rimanere travolto dagli eventi ed avere una via d’uscita che potrebbe consistere anche nella possibilità di rimanere al potere. Il pessimismo della ragione ci dice che è solo un’ipotesi, l’ottimismo della volontà ci dice di crederci. Nel frattempo, la tragedia assume contenuti di sempre più drammatica consistenza. Roberto Rapaccini