RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 19 gennaio 2021

L'ACCORDO SUI MIGRANTI FRA UNIONE EUROPEA E TURCHIA (21-4-2016)

 


Com'è noto nel mese di marzo è stato adottato un accordo fra Turchia ed Unione Europea per fronteggiare quella pressione migratoria diretta in Europa che si è concentrata sulla Grecia dopo la chiusura della rotta balcanica. L'accordo prevede che i migranti irregolari in viaggio dalla Turchia verso la Grecia siano accolti dalla Turchia; per ogni profugo, in possesso dei requisiti per richiedere asilo, che verrà ospitato in Turchia, un altro, sempre in possesso dei requisiti per il diritto d'asilo, fino a un massimo di 72.000, sarà destinato (dalla Turchia) all'Unione Europea, con priorità per quei migranti che non abbiano tentato di entrare nel territorio in modo irregolare. I profughi destinati ai Paesi dell'Unione Europea successivamente saranno ridistribuiti in base ad una ripartizione per quote. In pratica l'Europa delega alla Turchia, che dovrà ospitare sul proprio territorio il grosso dei migranti, la gestione di questo problema, compensandola con un finanziamento molto consistente, ovvero con sei miliardi di Euro, e con la ripresa dei negoziati propedeutici all'adesione dello Stato turco all’Unione Europea e la stipula di procedure semplificate per i cittadini turchi che vogliano accedere allo spazio Schengen. Non possono farsi previsioni circa la tenuta dell'accordo: la scarsa esperienza del governo turco in materia di politiche di asilo e di flussi migratori alimenta infatti qualche dubbio sui risultati a lungo termine dell'intesa. Speriamo che ad un eventuale difetto di organizzazione o all'incapacità di fermare i profughi diretti in Europa, non si aggiunga in futuro per i Paesi dell'Unione la necessità di accogliere anche i profughi turchi e curdi che fuggono dalle conseguenze repressive di una più spinta eventuale deriva autoritaria del governo di Erdogan. L'accordo dovrebbe avere anche l'effetto di alleggerire la pressione dei profughi sulla Grecia, che potrà rimandare gli 'irregolari' in Turchia, dove dovranno attendere l’esito della loro eventuale richiesta di asilo da avanzare comunque in Grecia. Per l'Italia potrebbero aprirsi prospettive non rassicuranti in quanto le difficoltà create dal filtro turco potrebbero spingere parte dei migranti a privilegiare la rotta mediterranea. È anche possibile che i migranti decidano di entrare in Albania e da lì attraversare il Canale d’Otranto per arrivare in Puglia. L'accordo, definito in termini astratti, non si occupa dei meccanismi pratici di attuazione. L'istanza turca di un rilancio dei negoziati con Bruxelles per il suo ingresso 'in Europa' non sembra avere al momento prospettive di successo, perché la Turchia, soprattutto in relazione all'attuale svolta repressiva del dissenso interno e alla scarsa tutela dei diritti di libertà dei propri cittadini, non soddisfa attualmente i criteri per l’adesione. L'accordo, oltre alle perplessità sul suo funzionamento concreto, ha suscitato molte critiche da un punto di vista etico, soprattutto presso gli ambienti cattolici: l'Unione Europea, infatti, privilegiando la tutela delle proprie frontiere dietro il pagamento di una somma economica, si sgrava della gestione delle problematiche connesse alla questione e delle conseguenti implicazioni umanitarie. Si è anche detto che con l'ingente somma erogata alla Turchia l'Europa avrebbe potuto affrontare in proprio l'emergenza con esiti meno incerti di quelli che prospetta l'affidamento della problematica al governo di Ankara. Roberto Rapaccini