La
Turchia è destinataria di un duplice attacco terroristico, sia da parte del
PKK, sia da parte dello Stato Islamico, che si avvale anche di azioni suicide.
Da un punto di vista internazionale la Turchia è un Paese isolato. Non ha
alleati nel mondo arabo, essendo espressione di un islamismo dai tratti
ambigui, palesemente animato solo dalla volontà di prevalere sugli altri. La
Turchia infatti sembra avere l'ambizione di tornare ad essere una grande potenza
regionale, cercando di acquisire, in concorrenza con le monarchie saudite,
un'incontrastata egemonia nell'area mediorientale nell'ambito dell'Islam
sunnita, e aspirando di fatto alla ricostituzione di un'aggiornata versione del
grande califfato (il progetto neocaliffale quindi non è solo dello Stato Islamico).
È noto inoltre il dissidio con la Russia dopo l'abbattimento di uno dei suoi
aerei al confine con la Siria. Sono freddi i suoi rapporti con gli Usa per le
divergenze sulla questione curda; Erdogan rimprovera agli Stati Uniti di
appoggiarsi nella lotta all'Isis ai Curdi siriani, che aspirano
all'indipendenza dalla Turchia. Incerte sono le relazioni con l'Unione Europea,
motivate solo dalla convenienza reciproca, come è provato dall’accordo sui
migranti, di cui si è ampiamente detto nel commento precedente. Nello stesso
tempo cresce il dissenso interno; Erdogan, per mantenere il controllo dello
Stato, ha adottato misure che incidono sulla democrazia e sulla sicurezza. Nel
Paese si sta affermando in maniera inquietante una linea autoritaria che sta determinando
un preoccupante arretramento nella tutela dei diritti di libertà. Con il
pretesto di proteggere la sicurezza nazionale e negando pertanto di interferire
con la libertà di stampa sono stati sottoposti a misure restrittive della
libertà personale numerosi giornalisti. Questa situazione, che ha gravi
ricadute sulla vita politica e sociale del Paese, è indicativa di una
condizione di crisi del governo che sta lentamente ma progressivamente perdendo
il pieno controllo. Il PKK, che da tre decenni combatte con ogni mezzo per
l'autonomia curda, anche in assenza di specifiche rivendicazioni, viene
individuato come il primo responsabile di qualsiasi fatto criminoso eversivo.
La Turchia è profondamente divisa al suo interno: c'è una borghesia urbana -
integrata dalle classi benestanti e dagli studenti impegnati socialmente e
politicamente - che, seppur non omogenea, è unita nel contrapporsi ai
conservatori islamici che sostengono il presidente Erdogan, sempre più
autoritario e repressivo nei confronti della libertà di opinione. Le sorti
future del Paese dipendono sempre di più da quale delle due anime a lungo
termine prevarrà sull'altra. Roberto Rapaccini
Grammatica del mondo islamico, Medio Oriente, dialogo interreligioso, interetnico e multiculturale, questioni di geopolitica, immigrazione.
martedì 19 gennaio 2021
LA SITUAZIONE TURCA ATTUALE (22-4-2016)
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