Il
motto della recente visita di Papa Francesco Pellegrino di pace in un
Egitto di pace riassume i molteplici livelli del viaggio, che ha avuto un
contenuto politico ed ecumenico oltre a quello pastorale. In Egitto il
Pontefice ha incontrato Ahmed Al Tayeb, imam di Al Azhar, il più prestigioso
centro dell'Islam sunnita. Animato dalla realpolitik religiosa,
papa Francesco ha esaltato gli elementi comuni che uniscono le due fedi,
sottolineando la stessa base teologica. I due leader si sono poi trovati
d'accordo sul ripudio della violenza come strumento di proselitismo. Il
rapporto fra Islam e violenza resta un tema molto delicato, come anche le
differenze fra i due monoteismi. Il paradiso è sulla punta delle nostre
spade recita una Sura del Corano. L'interpretazione letterale dei
versetti coranici che incitano all'intolleranza è uno degli aspetti più
problematici: anche nell'Antico Testamento sono presenti affermazioni violente,
che per una retta comprensione vengono però contestualizzate dall'applicazione
del metodo storico-critico alle Scritture. Negli Stati che si proclamano laici
nonostante il potere sia nelle mani di una maggioranza musulmana non è ancora
ipotizzabile che le istituzioni abbiano un carattere neutro, ovvero che
mantengano un'equidistanza a garanzia di un'effettiva libertà religiosa. A causa
della natura invasiva e ideologica dell'Islam la fede difficilmente può essere
separata dalla politica, e gli effetti delle scelte religiose non possono
rimanere confinate nella sfera individuale. Una convivenza paritaria inoltre
non può esserci laddove una fede dominante autorizzi l'esistenza di un'altra.
Il Papa ha avuto anche un incontro informale con il presidente Al Sisi: con
ogni probabilità nell'occasione si è parlato anche del caso Regeni. Il regime
egiziano si colloca nel solco della tradizione nazionalista e militarista che
ha avuto in Nasser il suo precursore. L'Egitto non è uno Stato democratico,
anche se Al Sisi si impegna a combattere qualsiasi forma di fondamentalismo. Su
questa base è stata presa la controversa decisione di mettere al bando il
movimento dei Fratelli Musulmani. Il tema più sensibile dei colloqui con il
Presidente è stato il problema delle garanzie a tutela della comunità copta,
che include l'8% della popolazione egiziana. Per la loro storia i copti sono
parte dell'identità nazionale. Tuttavia, vittime di gravi attentati jihadisti, i
copti si sentono minacciati e fortemente in pericolo. La divisione e la
disgregazione del tessuto sociale sono l'obiettivo della strategia divisiva
delle sanguinose iniziative terroristiche dello Stato Islamico. In Egitto papa
Francesco, oltre ad aver tenuto il suo intervento alla presenza di altri leader
e patriarchi come quello di Costantinopoli Bartolomeo, ha incontrato in un
momento di fraternità e preghiera Tawadros II, capo della Chiesa ortodossa
copta. Come confermano le iniziative del Papa un reale dialogo inter-religioso
ed ecumenico inizia con il pieno riconoscimento della pari dignità dell'altro.
Roberto Rapaccini