RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 27 dicembre 2020

LA TURCHIA DOPO IL FALLITO GOLPE (6-8-2016)

 

Nei mesi che hanno preceduto il fallito golpe, in Turchia era cresciuta l'opposizione interna nei confronti di Erdogan, che, per mantenere il controllo dello Stato, era ricorso all'adozione di misure che, motivate da esigenze di sicurezza, avevano inciso negativamente sulla vita democratica e sulle libertà individuali.  Il tentato colpo di Stato pertanto non deve considerarsi un evento eccezionale e imprevedibile, ma il prodotto di queste tensioni, che avevano avuto pesanti ricadute sulla coesione politica e sociale del Paese. Tuttavia i moti insurrezionali della sera del 15 luglio hanno consolidato il leader turco, che, rafforzato anche dalle manifestazioni popolari a suo sostegno, ha avuto il pretesto per reprimere ogni forma di dissenso interno. La Turchia resta destinataria di un duplice attacco terroristico, sia da parte del PKK, sia da parte del radicalismo jihadista nonostante le spregiudicate e ambigue relazioni con l'Isis. Da un punto di vista internazionale il Paese è in una situazione di isolamento. Non ha alleati nel mondo arabo, essendo espressione di un islamismo dai tratti ambigui e palesemente animato solo da una volontà egemonica, quella di prevalere sugli altri. Il regime turco sta cercando in di uscire da questa condizione di isolamento attraverso alcuni tentativi di normalizzazione dei rapporti bilaterali con alcuni Stati, innanzitutto con la Russia, con la quale le relazioni erano state gravemente compromesse dal noto abbattimento di un jet russo al confine con la Siria il 24 novembre scorso (2015). È stato avviato anche un processo di pacificazione con Israele. Sono in crisi i rapporti con gli Usa, sia per le divergenze sulla questione curda, sia per i sopravvenuti contrasti relativi all'estradizione di Gulen. Sono incerte e fluttuanti i contatti con l'Unione Europea, motivati solo dalla convenienza reciproca, come è provato dall’accordo sui migranti. L'ingresso nel consesso europeo al momento è improbabile, nonostante la preziosa posizione strategica della penisola anatolica, in quanto la nazione turca non soddisfa gli standard richiesti per l'ammissione. Il PKK, che da tre decenni combatte con ogni mezzo per l'autonomia curda, anche in assenza di specifiche rivendicazioni viene individuato come il primo responsabile di qualsiasi fatto criminoso eversivo. La Turchia da un punto di vista sociale al suo interno è profondamente divisa: c'è una borghesia urbana - integrata dalle classi benestanti e dagli studenti impegnati politicamente - che, seppur non omogenea, è unita nel contrapporsi ai conservatori islamici che sostengono il presidente Erdogan, sempre più autoritario e repressivo nei confronti della libertà di opinione. Le sorti future del Paese dipendono sempre più da quale delle due anime a lungo termine prevarrà sull'altra. Roberto Rapaccini