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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 27 dicembre 2020

IL FALLITO GOLPE IN TURCHIA (5-8-2016)

 

A distanza di più di una quindicina di giorni, il fallito golpe in Turchia può essere valutato con maggiore obiettività. Com'è noto, la sera del 15 luglio una parte dell'esercito turco ha tentato di impadronirsi del potere e di destituire il presidente Erdogan. Il colpo di Stato è fallito dopo qualche ora di scontri e di incertezze. Il presidente turco nell'immediatezza ha cercato con un aereo privato di fuggire dal Paese, e, mediante messaggi inviati via smarthphone all’emittente televisiva Cnn Turkey che li ha diramati, ha invitato la popolazione a scendere in piazza per manifestare pubblicamente il sostegno al governo. Avendo acquisito la certezza del fallimento dell'insurrezione, Erdogan è tornato ad Istanbul. Gli scontri sono proseguiti fino all'alba, soprattutto ad Ankara, nelle adiacenze del palazzo presidenziale. Alla fine si è registrato un bilancio particolarmente pesante: fra militari, poliziotti e civili più di 260 persone hanno perso la vita, mentre almeno 1500 militari sono stati arrestati. Sono state inoltre minacciate pene particolarmente severe per gli autori della rivolta, prospettando la possibilità di un ripristino della pena di morte. Dopo aver ripreso il controllo del Paese, Erdogan ha immediatamente dato inizio ad una massiccia e capillare epurazione degli ufficiali golpisti. Nei giorni successivi la destituzione dalle funzioni è stata estesa ad altri militari, a poliziotti, a giornalisti, a docenti e insegnanti, e a chiunque altro avesse manifestato in passato critiche o anche solo una tiepida opposizione nei confronti del regime. Barak Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno con prudenza subito manifestato il loro sostegno alla leadership turca democraticamente eletta. Erdogan ha attribuito a Fetullah Gulen la responsabilità di aver organizzato l'insurrezione dalla sua dimora negli Stati Uniti. L'imam turco Fetullah Gulen, che ha negato fermamente ogni addebito, è uno stimato studioso, ed è ideologo e leader del movimento politico di ispirazione islamista Hizmet, che, attraverso una fitta rete di contatti, influenza molte istituzioni sociali turche.  In passato Fetullah Gulen era amico e alleato di Erdogan. I suoi rapporti con il leader turco si raffreddarono nel 1999, quando il predicatore decise di 'auto esiliarsi' negli Stati Uniti. La definitiva rottura avvenne nel dicembre 2013, quando Gulen iniziò a criticare apertamente il governo turco per le sue scelte e per il coinvolgimento in alcune inchieste giudiziarie. Dopo il fallito golpe Erdogan con insistenza ha richiesto agli Stati Uniti l'estradizione di Gulen come presunto responsabile dell'iniziativa. La questione è attualmente motivo di attrito fra i due Paesi, in quanto gli Stati Uniti stanno valutando con molta prudenza l'istanza turca e sembrano orientati a non ritenere sufficienti le motivazioni addotte a sostegno della domanda.  In concreto, il fallito colpo di Stato ha rafforzato Erdogan, che ha avuto la possibilità sia di liberarsi di oppositori, sia di distribuire ufficiali e funzionari fedeli in tutti i vertici istituzionali e negli uffici di particolare importanza strategica dell'amministrazione. È stato anche detto che già da alcuni mesi il Presidente avesse elaborato una lunga lista di funzionari da allontanare in quanto ritenuti 'non affidabili'. Inoltre, l'iniziativa golpista ha avuto come reazione grandi manifestazioni popolari a sostegno del leader turco, che hanno ulteriormente legittimato il suo attuale potere. Queste considerazioni hanno alimentato alcune illazioni circa il possibile carattere fittizio dell'insurrezione, ovvero hanno generato il sospetto che il tentato colpo di Stato fosse stato architettato dallo stesso Erdogan. In realtà si è trattato di un vero atto di insubordinazione al regime.  Lo dimostrano soprattutto le ricostruzioni dei fatti sulla base di dati e dettagli  forniti da fonti attendibili, che hanno evidenziato che si è trattato di un golpe particolarmente ben organizzato, che ha di poco fallito i suoi obiettivi per una serie di imprevisti, come quelli che hanno impedito l'arresto del ministro dell'interno e l'abbattimento dell'aereo su cui viaggiava Erdogan, che i golpisti avevano anche programmato di catturare nella località dove stava trascorrendo un periodo di vacanza senza tuttavia considerare la pronta ed efficace reazione della guardia presidenziale. Anche le manifestazioni di piazza hanno contribuito ad impedire il successo dell'iniziativa. Gli insorti per qualche ora hanno avuto il controllo di alcuni centri vitali del Paese (a cominciare dalle comunicazioni). Quindi si è trattato di un vero e proprio tentativo di golpe. Probabilmente per la riuscita del progetto eversivo sarebbe stato necessario che i rivoltosi avessero potuto avere, come concreto e solido riferimento, una personalità particolarmente carismatica e influente che potesse integrare una valida alternativa ad Erdogan. Forse solo un personaggio del calibro di Gulen poteva soddisfare questi requisiti, e da qui si sono probabilmente originati i sospetti del leader turco. Probabilmente è stata anche sottovalutata dai rivoltosi la popolarità di Erdogan, dovuta soprattutto ai successi economici che hanno consentito un apprezzabile incremento del reddito pro capite medio dei cittadini. Roberto Rapaccini