RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

mercoledì 16 dicembre 2020

LA MEZZALUNA E LA SVASTICA (10-1-2017)

 

Come ogni anno il 27 gennaio sarà celebrato il Giorno della Memoria in commemorazione delle vittime dell'Olocausto; si tratta di una ricorrenza internazionale istituita a seguito di una Risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2005 (60/7). In relazione alla recente recrudescenza dei contrasti fra Israeliani e Palestinesi è tornata di attualità la problematica circa le radici storiche dell'antisionismo arabo. Un'ampia letteratura approfondisce l'ufficiosa alleanza fra Nazismo e Islamismo radicale. Il saggio di David G. Dalin e John F. Rothmann dal suggestivo titolo 'La mezzaluna e la svastica', uscito in Italia nel 2009, esamina il ruolo svolto in questo contesto dallo spregiudicato leader islamico Hag Amin Al Husayni, che nel 1921 venne nominato, con il decisivo appoggio delle autorità inglesi[i], Gran Muftì di Gerusalemme, di fatto la suprema autorità politica dei musulmani sunniti. Al Husayni, predicatore dell'Islam wahabita, è considerato il padre del moderno fondamentalismo islamico e della militanza organizzata contro gli Ebrei[ii]. Fu ammiratore di Hitler con il quale ebbe numerosi contatti. Condividendo la politica nazista antisemita in quanto considerava le aspettative ebraiche un ostacolo all'affermazione del nazionalismo arabo[iii], strinse un accordo con il regime tedesco in virtù del quale 100.000 musulmani avrebbero combattuto come volontari per la causa tedesca. Al Husayni manifestò in varie occasioni un'inclinazione ad offrire un supporto alla politica nazista con l'obiettivo primario di impedire l'esodo ebraico verso la Palestina, preferendo che gli Ebrei venissero avviati ai campi di concentramento nella prospettiva della 'soluzione finale'. Fin dal 1933 si costituirono in medioriente gruppi politici di ispirazione arabo-nazista, come lo 'Young Egypt', guidato da Abdul Gamal Nasser, futuro Presidente dell'Egitto; lo slogan di queste formazioni politiche era 'un popolo, un partito, un leader', lo stesso motto dei nazisti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Al Husayni ebbe intensi rapporti con Sayyid Qutb e con Hasan Al Bannah, rispettivamente teorico e fondatore dei 'Fratelli Musulmani', movimento profondamente antisemita, di cui divenne un membro particolarmente attivo. Fu successivamente mentore di un giovane che diventerà un protagonista delle questione mediorientale, ovvero Yasser Arafat. Di questo idillio storico fra Islam radicale e nazismo residuano tuttora delle inquietanti tracce. Il 'Mein Kampf' di Hitler è un libro diffuso e molto letto nel mondo arabo. Questa circostanza non è casuale, ma riflette un'affinità concettuale: la nozione nazista della superiorità della razza ariana è stata surrogata dal fondamentalismo islamico con la supremazia dei popoli illuminati dall'Islam, che da religione si è trasformato in un'ideologia politica che giustifica la conquista del mondo, i cui presupposti sono l'aggressione e lo sterminio degli infedeli, a cominciare dall'eccidio degli Ebrei già pianificato dai nazisti. Lo scrittore Hermann Hesse riteneva che in generale l'odio contro gli Ebrei fosse un complesso mascherato di inferiorità[iv]. Questa considerazione acuta pur nella sua astrattezza ha valore soprattutto con riferimento all'antisemitismo nazista; quello arabo è invece connotato anche da motivazioni politiche e religiose. La persistente ombra nazista sul radicalismo islamico ha spinto il funzionario arabo (giordano) Zeid Raad Al Hussein, Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, nel febbraio del 2015 a dichiarare che “…tutti noi dobbiamo ricordare quello che hanno fatto i nazisti al popolo ebraico perché lo Stato Islamico vive e si nutre di quella stessa ideologia nazista improntata sullo sterminio". Roberto Rapaccini


[i] La Palestina era allora sotto il mandato britannico.

[ii] Ebreo o ebraico? Il termine 'ebreo' ha natura sia di sostantivo che di aggettivo. Come aggettivo è specifico dell'etnia. Il termine 'ebraico' ha natura di aggettivo e si usa in tutti i casi eccetto quelli in cui è più corretto e l'uso di 'ebreo'.

[iii] Infatti con la fine del Califfato Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale, gli Ebrei della diaspora si sentirono incoraggiati a raggiungere la 'terra promessa' come premessa per la futura costituzione di uno Stato ebraico, che avrebbe tolto alla regione interessata la natura di 'dar al Islam',  territori dell'Islam.

[iv] Più precisamente Hermann Hesse nel 1958 scriveva: "L’uomo primitivo odia ciò di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche l’uomo colto è primitivo. Anche l’odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla superiorità e sulla forza, ma sull’insicurezza e sulla paura. L’odio contro gli ebrei è un complesso di inferiorità mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un’altra razza sentono un’invidia che nasce dalla concorrenza e un’inferiorità umiliante. Più fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e debolezza."