Come
ogni anno il 27 gennaio sarà celebrato il Giorno della Memoria in
commemorazione delle vittime dell'Olocausto; si tratta di una ricorrenza
internazionale istituita a seguito di una Risoluzione dell'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite del 2005 (60/7). In relazione alla recente recrudescenza
dei contrasti fra Israeliani e Palestinesi è tornata di attualità la problematica
circa le radici storiche dell'antisionismo arabo. Un'ampia letteratura
approfondisce l'ufficiosa alleanza fra Nazismo e Islamismo radicale. Il saggio
di David G. Dalin e John F. Rothmann dal suggestivo titolo 'La mezzaluna e la
svastica', uscito in Italia nel 2009, esamina il ruolo svolto in questo
contesto dallo spregiudicato leader islamico Hag Amin Al Husayni, che nel 1921
venne nominato, con il decisivo appoggio delle autorità inglesi[i], Gran Muftì di Gerusalemme,
di fatto la suprema autorità politica dei musulmani sunniti. Al Husayni,
predicatore dell'Islam wahabita, è considerato il padre del moderno
fondamentalismo islamico e della militanza organizzata contro gli Ebrei[ii]. Fu ammiratore di Hitler con il
quale ebbe numerosi contatti. Condividendo la politica nazista antisemita in
quanto considerava le aspettative ebraiche un ostacolo all'affermazione del
nazionalismo arabo[iii], strinse un
accordo con il regime tedesco in virtù del quale 100.000 musulmani avrebbero
combattuto come volontari per la causa tedesca. Al Husayni manifestò in varie
occasioni un'inclinazione ad offrire un supporto alla politica nazista con
l'obiettivo primario di impedire l'esodo ebraico verso la Palestina, preferendo
che gli Ebrei venissero avviati ai campi di concentramento nella prospettiva
della 'soluzione finale'. Fin dal 1933 si costituirono in medioriente gruppi
politici di ispirazione arabo-nazista, come lo 'Young Egypt', guidato da
Abdul Gamal Nasser, futuro Presidente dell'Egitto; lo slogan di queste
formazioni politiche era 'un popolo, un partito, un
leader', lo stesso motto dei nazisti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale
Al Husayni ebbe intensi rapporti con Sayyid Qutb e con Hasan Al Bannah,
rispettivamente teorico e fondatore dei 'Fratelli Musulmani', movimento
profondamente antisemita, di cui divenne un membro particolarmente attivo. Fu
successivamente mentore di un giovane che diventerà un protagonista delle
questione mediorientale, ovvero Yasser Arafat. Di questo idillio storico fra
Islam radicale e nazismo residuano tuttora delle inquietanti tracce. Il 'Mein
Kampf' di Hitler è un libro diffuso e molto letto nel mondo arabo. Questa
circostanza non è casuale, ma riflette un'affinità concettuale: la nozione
nazista della superiorità della razza ariana è stata surrogata dal
fondamentalismo islamico con la supremazia dei popoli illuminati dall'Islam,
che da religione si è trasformato in un'ideologia politica che giustifica la
conquista del mondo, i cui presupposti sono l'aggressione e lo sterminio degli
infedeli, a cominciare dall'eccidio degli Ebrei già pianificato dai nazisti. Lo
scrittore Hermann Hesse riteneva che in generale l'odio contro gli Ebrei fosse
un complesso mascherato di inferiorità[iv].
Questa considerazione acuta pur nella sua astrattezza ha valore soprattutto con
riferimento all'antisemitismo nazista; quello arabo è invece connotato anche da
motivazioni politiche e religiose. La persistente ombra nazista sul radicalismo
islamico ha spinto il funzionario arabo (giordano) Zeid Raad Al Hussein, Alto
Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, nel febbraio del 2015 a dichiarare
che “…tutti noi dobbiamo ricordare quello che hanno fatto i nazisti al popolo
ebraico perché lo Stato Islamico vive e si nutre di quella stessa ideologia
nazista improntata sullo sterminio". Roberto Rapaccini
[i] La Palestina era allora sotto il mandato britannico.
[ii] Ebreo o ebraico? Il termine 'ebreo' ha natura sia di sostantivo che di aggettivo. Come aggettivo è specifico dell'etnia. Il termine 'ebraico' ha natura di aggettivo e si usa in tutti i casi eccetto quelli in cui è più corretto e l'uso di 'ebreo'.
[iii] Infatti con la fine del
Califfato Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale, gli Ebrei della diaspora si
sentirono incoraggiati a raggiungere la 'terra promessa' come premessa per la
futura costituzione di uno Stato ebraico, che avrebbe tolto alla regione
interessata la natura di 'dar al Islam', territori dell'Islam.
[iv] Più precisamente Hermann
Hesse nel 1958 scriveva: "L’uomo primitivo odia ciò di cui ha paura, e in
alcuni strati della sua anima anche l’uomo colto è primitivo. Anche l’odio
dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla
superiorità e sulla forza, ma sull’insicurezza e sulla paura. L’odio contro gli
ebrei è un complesso di inferiorità mascherato: rispetto al popolo molto
vecchio e saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un’altra razza sentono
un’invidia che nasce dalla concorrenza e un’inferiorità umiliante. Più
fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella
veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e
debolezza."