RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 13 dicembre 2020

LA CRISI FRA QATAR E ARABIA SAUDITA (16 giugno 2017)

  

La recente crisi fra Qatar e Arabia Saudita (con la quale hanno solidarizzato in particolare gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, l’Egitto e le islamiche Maldive) dimostra in maniera palese l’esistenza di un grave frattura all’interno del fronte arabo sunnita. Questo dissidio, pur essendo ben noto, finora era rimasto allo stato latente; tale conflittualità non è determinata da fattori religiosi o ideologici, ma esclusivamente da contingenze economiche e politiche, cioè dalla malcelata aspirazione di entrambi gli Stati alla leadership dei Paesi arabi sunniti alla quale conseguirebbe tra l’altro un potere egemonico sull’intera area del Golfo. È conosciuta la potenza finanziaria della monarchia saudita. Il Qatar è invece un piccolo emirato retto dall’ambiziosa famiglia Al-Thani. Ha solo mezzo milione di abitanti ma è tra i Paesi più ricchi del mondo potendo contare su una straordinaria estrazione di petrolio ed essendo il più grande produttore di gas naturale liquido. Ha anche una non trascurabile importanza strategica essendo proprietario di uno dei fondi sovrani più attivi del mondo e ospitando Centcom, il Comando delle Forze Armate USA in Medio Oriente. Lo Stato qatariota è anche sede dell’emittente satellitare Al Jazzera, considerata scomoda dagli altri Paesi arabi per la sua linea editoriale troppo disinvolta (ovviamente sempre fedele alla famiglia Al Thani). Al Jazeera inoltre esercitando il diritto di cronaca ha dato voce in passato ai comunicati di Al Qaeda. Nella complessa situazione mediorientale vanno considerati gli obiettivi dell’Iran che da sempre necessita di un alleato amico nella penisola araba per avere un punto di transito per meglio gestire i suoi interessi nel continente africano. L’Iran sciita, accusato di destabilizzare l’area mediorientale attraverso la sua crescente influenza in Siria, in Libano e nello Yemen, è da sempre ostile alla monarchia saudita di cui non riconosce la leadership religiosa islamica; si è pertanto affrettato a schierarsi con il Qatar. Lo Yemen, che ha una posizione strategica di rilievo, dilaniato da tragiche vicende belliche interne, si è diviso sui due fronti: il governo riconosciuto internazionalmente è con l’Arabia Saudita, mentre i ribelli Houti sono vicini all’Iran (e quindi al Qatar). Se si considera l’entità dei fondi sauditi destinati ad alimentare il fondamentalismo jihadista in Europa, appare del tutto pretestuosa (anche se fondata) l’accusa rivolta al Qatar di flirtare con i terroristi, in particolare con Hamas e gli Hezbollah, e di essere rifugio di leader dei Fratelli Musulmani (il Qatar è stato tra i principali sostenitori del presidente egiziano ‘islamista’ Mohammed Morsi, deposto nel 2013 dall’allora ex capo delle forze armate Al Sisi). Questa crisi, seppur molto grave e destabilizzante, probabilmente resterà solo diplomatica e politica. Sarebbe devastante se avesse derive belliche. Roberto Rapaccini