RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 1 dicembre 2020

DA HAITI UN ESEMPIO SU CUI RIFLETTERE (18 luglio 2017)

 

La Juventus ha difficoltà a trovare un campo in cui disputare le proprie partite. Ovviamente non si tratta del club torinese ma della Juventus des Cayes che, dopo il passaggio devastante ad Haiti dell’uragano Matthew nell’ottobre del 2016, non ha più la sede e il proprio impianto in erba sintetica nella penisola di Tiburon. Senza campo ma con un grande cuore la Juventus des Cayes valendosi di giocatori locali ha cominciato a scalare le categorie dei campionati di calcio nazionali fino al raggiungimento della massima serie. Coltiva la speranza di vincere prima o poi lo scudetto: le sue aspirazioni si alimentano della possibilità di un supporto da parte della sorella maggiore torinese. Le vicende della Juventus des Cayes sono emblematiche di quelle attuali di Haiti, che dopo aver subito la furia rovinosa di un terribile terremoto si sta faticosamente risollevando grazie alla solidarietà internazionale, alla generosa tenacia dei suoi cittadini, alla loro insopprimibile vitalità. Il microcosmo della società sportiva haitiana è immagine di un calcio diverso da quello al quale siamo abituati, quello che vive sotto volte dorate e necessita di ingenti e inquietanti flussi di denaro. Confrontando il calcio haitiano con quello europeo, sarebbe banale scandalizzarsi degli esorbitanti ingaggi dei calciatori che giocano in Europa dal momento che l’entità dei loro appannaggi è un’applicazione della legge più semplice del libero mercato, secondo la quale il valore economico di un bene o di una prestazione è il risultato della dialettica fra domanda e offerta. Resta tuttavia eticamente inaccettabile che nel mondo ci siano individui o gruppi economici che possano disporre di capitali così abnormi, e che li possano destinare con tanta disinvoltura alla retribuzione di calciatori. Tutto questo è difficilmente tollerabile se si pensa che solo una parte di queste somme sarebbe sufficiente a debellare malattie o potrebbe essere utilizzata per sottrarre alla fame e alla povertà l’intera popolazione mondiale. Ho sempre pensato che la parabola evangelica della moltiplicazione dei pani e dei pesci celasse simbolicamente un monito: una piccola quantità di beni (nella metafora evangelica cinque pani e due pesci) se equamente distribuita è sufficiente a soddisfare i bisogni di tutta la collettività. Al contrario una decina di uomini possiede la stessa ricchezza della rimanente parte della popolazione mondiale. Influenti gruppi finanziari continuano ad alimentare la disuguaglianza mediante il ricorso all’evasione fiscale o massimizzando i profitti anche a costo di ridurre oltre il valore minimo i salari e usando il loro potere per influenzare la politica. Nel frattempo la moltitudine che subisce le ristrettezze dell’attuale congiuntura economica, cieca come il volgo manzoniano, plaude agli attori del calcio milionario. Roberto Rapaccini