RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 24 dicembre 2020

I GUARDIANI DI ISRAELE - LO SHIN BET. (27-10-2016)


Nel 2012 il regista gerosolimitano Dror Moreh ha realizzato un documentario particolarmente interessante, The  GatekeepersI guardiani di Israele,  che esamina le vicende belliche israeliane con segnato riferimento al conflitto con i palestinesi. Il titolo allude al ruolo forte e di primo piano che hanno svolto i membri dello  Shin Bet nelle più importanti scelte politiche dello Stato ebraico nel settore della sicurezza. Questa organizzazione è la potente agenzia diintelligence che si occupa degli affari interni del Paese. Collaterali organismi nazionali sono l'Aman, il controspionaggio militare strutturato all'interno delle Forze Armate, e il Mossad, che segue le stesse problematiche ma relativamente all'analisi della minaccia esterna. Le agenzie di informazioni israeliane sono state spesso oggetto di approfondimenti giornalistici. Tuttavia il lavoro del regista  Dror Moreh conferisce un importante valore aggiunto alla conoscenza della questione rispetto ad altre analoghe iniziative mediatiche. Infatti, la storia e le attribuzioni dello Shin Bet sono descritte dall'interno, ovvero attraverso le testimonianze di sei ex suoi capi - Avraham Shalom (1980 – 1986), Yaakov Peri (1988-1995), Carmi Gillon (1994-1996), Amy Ayalon (1996 – 2003), Avi Dichter (2003 – 2005), Yuval Diskin (2005 – 2011) - e quindi dal loro personale punto di vista. Nell'ombra l'organizzazione è stata il consigliere occulto di molte strategie vincenti, ma spregiudicate e violente, attuate in alcuni momenti decisivi per la storia dell'autodifesa e della sopravvivenza della nazione ebraica, dalla Guerra dei Sei Giorni - che ha consentito ad Israele il controllo di una vasta area nella quale viveva un'ampia parte di popolazione ostile, e che gli impose conseguentemente fin da allora la  gestione del difficile rapporto di convivenza con gli arabi - ad oggi. Si tratta di una documentazione assolutamente unica, che deve essere visionata da chi è interessato a queste realtà; è una narrazione inedita, accompagnata da immagini, filmati, ricostruzioni, efficaci animazioni elaborate su fotografie raccolte durante le operazioni. La guerra non è mai una cosa nobile; non solo ferisce i corpi, ma nella migliore delle ipotesi affligge e condiziona le menti attraverso ricordi indelebili. Il conflitto arabo-israeliano ha toccato altissimi e insoliti livelli di degrado, ed è stato anche caratterizzato da atti di terrorismo reciproco. Come si dice nel documentario, la definizione di terrorista in alcuni contesti come questo è molto relativa: chi per uno è un terrorista, visto da un'altra angolazione potrebbe essere un combattente per la libertà. Accanto ai gravi atti di terrorismo palestinese, vengono segnalate le attività belliciste e guerrafondaie della Jewish Underground, integrata da fondamentalisti ebrei che, dopo aver compiuto attentati contro gente comune e alti funzionari arabi, pianificarono di distruggere la 'Cupola della Roccia', uno dei più grandi simboli della religione islamica; questa azione avrebbe scatenato la rabbia dell’intero mondo musulmano nei confronti di Israele. Questo avvenne nei primi anni ottanta: allora pertanto fu necessario fronteggiare non solo il terrorismo 'esterno', ma anche quello 'interno', praticato da integralisti che si opponevano a qualsiasi forma di dialogo con i rappresentanti della Palestina, sostenuti di fatto anche da esponenti politici. Gli eventi bellici continuano ad essere inquinati dall'odio etnico e dall'acredine religiosa. Si accenna anche a modalità poco ortodosse utilizzate per contrastare l'Intifada. Un momento drammatico e una svolta cruciale della recente storia di Israele è stato l'assassinio del Primo Ministro Yitzhak Rabin, sostenitore della necessità di un dialogo e  di negoziati con i Palestinesi: il leader moderato, dopo aver partecipato a ad una manifestazione in difesa della pace, venne ucciso a Tel Aviv la sera del 4 novembre 1995 da un colono ebreo estremista. Ai suoi funerali che si svolsero a Gerusalemme parteciparono circa un milione di israeliani e molti esponenti di rilievo della politica mondiale. Furono presenti anche alcuni leader arabi i quali per la prima volta entrarono in territorio israeliano. Dalle testimonianze degli uomini che furono  dirigenti dello Shin Bet si evince che l'organismo non fu un docile strumento nelle mani della politica di governo, ma fu una sorta di coscienza critica della nazione ebraica:  nonostante l'apparente rigidità monolitica della politica israeliana, questi uomini manifestarono dubbi sulle opzioni  strategiche nella gestione della questione palestinese, di cui percepirono tutta la complessità che si declinava in tanti settori sensibili. Queste perplessità hanno anticipato le contraddizioni che oggi dividono l'opinione pubblica israeliana. Forse si è persa allora la possibilità di un dibattito a tutti i livelli, che, a prescindere dagli esiti, sarebbe stato il presupposto per la formazione di una solida coscienza morale. Roberto Rapaccini