Nel
2007 fu pubblicato il libro "Il Perdente Radicale", scritto
da Hans Magnus Enzensberger, un raffinato intellettuale tedesco molto
attento all'analisi delle congiunture storiche e all'approfondimento critico
delle culture che dialetticamente le caratterizzano. Le riflessioni contenute
nel saggio - che già allora destarono molto interesse - sono di particolare
attualità in relazione al preoccupante aumento esponenziale di attentati
compiuti da elementi suggestionati da una incontenibile acredine nei confronti
del consesso sociale. L'intellettuale tedesco rileva che una costante patologia
della società occidentale nelle sue evoluzioni e varianti storiche è stata la
presenza di soggetti che, non integrati per diverse contingenze e accumulando
una frustrazione resa insostenibile da un disperato nichilismo, si esaltano nel
progettare e realizzare delitti per 'punire' indiscriminatamente quella
collettività che ritengono scientemente responsabile della loro emarginazione.
In una condizione di silenziosa afflizione questi individui sono il sedimento
di un incontenibile odio nei confronti della comunità e delle non condivise
manifestazioni della cultura dominante. L'esasperazione della loro avversione
nei confronti della società, unita all'isolamento e all'incapacità di
affrontare le contraddizioni e le sfide della vita ordinaria rendono tali
individui dei 'perdenti'; questo sentimento negativo si radicalizza integrando
il presupposto per crimini abnormi, nei quali distruzione e autodistruzione si
compenetrano per perseguire l'obiettivo estremo dell'apocalittica fine
dell'intera civiltà. Le iniziative di questi terroristi consistono
principalmente nell'assassinio individuale o di massa anche al prezzo della propria
vita. Premesse queste considerazioni, la tipologia del perdente radicale è
particolarmente varia. Con efficace sintesi sulla copertina del libro si legge:
"....Il perdente radicale ha mille volti. È qui. È il padre che stermina
la famiglia. È il soldato nazista. È il kamikaze islamista che progetta il
suicidio di un'intera civiltà...". Il saggio fornisce un
apprezzabile contributo alla comprensione delle iniziative terroristiche di
matrice islamica, e soprattutto all'analisi dei presupposti delle azioni dei
cosiddetti 'lupi solitari' o 'cani sciolti'. In proposito, la definizione di
'lupi solitari', ormai convenzionalmente entrata nell'uso corrente, è
concettualmente errata. Il 'lupo solitario', pur non essendo incardinato
nell'organico di un gruppo terroristico, fa parte di un sistema, i cui pilastri
sono la propaganda fondamentalista - che si articola sfruttando accuratamente
le potenzialità multi mediatiche e quelle della Rete - e la diffusione di un
appello alla 'jihad' contro l'Occidente diretto a tutti i musulmani. Prima
della strage di Nizza, Abu Muhammad Al Adnani, morto il 30 agosto 2016, già
portavoce del sedicente Califfo Al Baghdadi, aveva detto:
"Preparatevi, siate pronti: portate disastro ovunque per gli apostati.
Loro non fanno distinzione tra civili e soldati, ricordatelo!". Roberto
Rapaccini