RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

martedì 1 dicembre 2020

DOPO I FATTI DI BARCELLONA ALCUNE RIFLESSIONI SULLA PRESENZA JIHADISTA IN MAROCCO (15 settembre 2017)

 

Dalle indagini relative agli attentati di Barcellona e Cambrils è emersa – come in analoghe occasioni - l’origine marocchina di quasi tutti i componenti della cellula jihadista responsabile. Ancora una volta il Marocco, insieme alla Tunisia, si conferma una fucina di terroristi di matrice fondamentalista. In proposito il Regno maghrebino ritiene di essere ingiustamente accusato di esportare l’eversione islamista: ambienti governativi hanno precisato con toni duri che criminali di questo genere sono o solo nati in Marocco, o lo hanno lasciato nei primi anni di vita stabilendosi poi in Paesi europei, che pertanto sarebbero i reali responsabili della loro radicalizzazione (che sarebbe quindi il prodotto del fallimento delle politiche di integrazioni). Il Marocco nell’ambito delle nazioni del Maghreb è un’oasi particolarmente felice. Non è stato teatro dei devastanti tumulti delle Primavere arabe. Il Re del Marocco Mohammed VI gode di una oggettiva popolarità, di un diffuso consenso e del costante apprezzamento dei media: avendo realizzato adeguate seppur prudenti riforme economiche il monarca è considerato il garante della pace sociale e della stabilità politica. Esiste nel Paese anche un contenuto malcontento, che ha la sua punta esponenziale nel movimento ’20 febbraio’ che ha animato le moderate manifestazioni del 2011, motivate dalla parziale assenza di democrazia, da un generale aumento dei prezzi, dalla volontà di contrastare la corruzione. Le proteste hanno avuto come esito alcuni emendamenti costituzionali che hanno limitato il dispotismo del regime. Il governo investe seriamente nella lotta al terrorismo: pertanto, se i risultati della prevenzione sono modesti, questo non dipende da uno scarso impegno delle istituzioni, ma dalla vastità e dalla complessità del fronte integralista, nonché dalla peculiare varietà del territorio che consente a malavitosi di occultarsi facilmente. Qualche anno fa è stato istituito il Bureau Central des Investigations Judiciaires, che ha centralizzato le indagini sul radicalismo islamico sino ad allora rese scarsamente efficaci dall’assenza di un coordinamento fra le polizie territoriali. È di palese evidenza che per la prevenzione di episodi criminali come quelli avvenuti in Catalogna è fondamentale che sia implementata la collaborazione internazionale, in particolare quella informativa e operativa fra le autorità dei Paesi europei e quelle marocchine, già avviata con molte iniziative bilaterali. Inoltre con la prossima probabile definitiva disfatta dello Stato Islamico, il Regno del Marocco presumibilmente dovrà affrontare la difficile gestione del rientro, dai territori dello sconfitto Stato Islamico, di circa duemila foreign fighters marocchini. Roberto Rapaccini