RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 30 novembre 2020

UN PO’ DI ORDINE NEL CAOS IRACHENO (29 settembre 2017)

 

L’Iraq ha un’importanza centrale negli equilibri del vicino oriente. Dopo la guerra con l’Iran, iniziata nel 1980, il Paese affrontò una difficile crisi economica. Nel 1990 il deterioramento dei rapporti con il Kuwait fu all’origine della ‘Guerra del Golfo’ – che si concluse con la sconfitta delle truppe irachene - alla quale seguirono le accuse statunitensi di sostenere il terrorismo internazionale e di possedere un arsenale di armi chimiche, batteriologiche e nucleari, costituendo così una minaccia per la comunità internazionale. Per questo motivo – che si rivelò poi infondato - nel 2003 gli Stati Uniti, a capo di una coalizione di alleati (formata da 28 Paesi, compresi 9 arabi), intervennero in Iraq, e dopo una lunga e logorante guerra posero fine al regime di Saddam Hussein. Iniziò un periodo di grave instabilità. Dilagarono violenze di ogni genere aggravate da divisioni politiche, religiose ed etniche, ovvero fra Sunniti, Sciiti e Kurdi. Nel 2011 gli Stati Uniti decisero di ritirarsi dal Paese, che era tutt’altro che pacificato: i diversi governi che si erano succeduti dal 2005, anno nel quale si tennero le prime elezioni - e quelli successivi al 2011- non riuscirono a ripristinare la normalità, l’ordine e la sicurezza pubblica. Nel giugno 2014 venne proclamata la costituzione di uno Stato Islamico sui territori della Siria e dell’Iraq che erano caduti sotto l’influenza di un gruppo di jihadisti, che nominarono come loro leader il ‘califfo’ Abu Bakr Al Baghdadi. Dopo alterne vicende l’offensiva militare irachena conseguì una progressiva riduzione dei territori dello Stato Islamico; nel giugno 2017 alcune istituzioni irachene troppo ottimisticamente dichiararono la definiva disfatta dello Stato Islamico. In realtà, l’ISIS, quando verrà definitivamente sconfitto e quindi privato del suo territorio, rimarrà un’organizzazione terroristica che, sebbene frammentata e ridimensionata, sarà in grado di esercitare la sua influenza destabilizzante. Attualmente il presidente del Paese è Fu’ad Ma’sud di origine curda, mentre il primo ministro è Haydar al-'Abadi. Il 25 settembre scorso nel Kurdistan iracheno si è tenuto uno storico referendum consultivo - perciò non vincolante – sull’indipendenza da Baghdad, promosso dal presidente della regione autonoma curda Masoud Barzani. L’esito fortemente favorevole all’opzione indipendentista apre scenari problematici, suscitando le preoccupazioni non solo delle autorità irachene, ma anche delle potenze confinanti Siria, Iran e Turchia, che ospitano consistenti comunità curde. La consultazione referendaria – come auspicano i promotori - dovrebbe essere il presupposto per la negoziazione di un distacco dall’Iraq e la nascita di uno stato indipendente. Sono lontani i tempi in cui il noto leader militare e politico Abd Al-Karim Qasim (1914 - 1963) sosteneva che il popolo iracheno consiste di etnie fraterne che si sono amalgamate per difendere l'esistenza di questa eterna nazione. Roberto Rapaccini