RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 30 novembre 2020

IL MARTIRIO DEI CRISTIANI NEL QUADRO DELLE RELAZIONI CON I PAESI ISLAMICI (20.10.2017)


La Storia del Cristianesimo è stata segnata da persecuzioni fin dall’inizio. Tuttavia le violenze di questi anni – come spesso ammonisce Papa Francesco - sembrano essere più gravi e numerose di quelle che si sono consumate in passato. Un noto giornalista ha precisato che se il martirio non è sufficiente a conferire grandezza alla vittima, basta però ad attribuire i connotati del criminale a chi lo infligge[1]. Se si considera che questo accade in alcuni dei Paesi asiatici e del continente africano nei quali la legge coranica è direttamente o indirettamente fonte di diritto, viene naturale affermare che è in atto un conflitto di religione fra Islam e Cristianesimo; questo confronto sarebbe uno corollario dello scontro di civiltà ipotizzato da Huntington. Sul piano geopolitico la contrapposizione si tradurrebbe in un contrasto fra Paesi islamici e Occidente cristiano. Alcune precisazioni dimostrano l’infondatezza di questa tesi. Prescindendo dal fatto che l’Islam è caratterizzato da tante correnti con punti di vista divergenti e dall’assenza di un’autorità sovraordinata in grado di esprimere posizioni ufficiali, la religione musulmana e il Cristianesimo hanno una natura profondamente differente che li rende incomparabili: l’Islam infatti è anche un’ideologia politica, e perciò determina la natura confessionale degli Stati nei quali si afferma. Al contrario in Occidente il Cristianesimo nelle sue varianti può solo influenzare le scelte governative: raramente si impone come religione di Stato in quanto il carattere pluralista, democratico e liberale della società è incontrovertibile. Diversamente da quanto proclama la retorica islamista, non è corretto definire ‘cristiano’ il mondo occidentale. Nei Paesi occidentali è forte l’influenza illuminista e quindi è particolarmente radicata la natura laica delle istituzioni; inoltre, in relazione alla capillare diffusione di un’etica relativistica e alla conseguente perdita di valori di riferimento univoci, il Cristianesimo, diversamente dai secoli scorsi, non può più essere considerato un centrale fattore identitario. Va aggiunto che gli esiti delle conflittualità fra Islam e Cristianesimo hanno carattere asimmetrico in quanto alle ostilità nei confronti dei Cristiani in alcune regioni con una popolazione a maggioranza musulmana, non corrisponde un analogo atteggiamento dei Cristiani nelle situazioni opposte. Sembrerebbe più fondato affermare che esistono Paesi nei quali vige una forte e manifesta intolleranza religiosa, in genere di matrice islamista, spesso avallata da regimi compiacenti.  Concettualmente le religioni, seppur differenti, dovrebbero essere fattori di unione fra gli uomini, e non di divisione. Sembra invece che oggi si stia avverando la profezia di Tocqueville, che diceva che la religione, se si allea con la politica, aumenta il suo potere su alcuni uomini ma perde la speranza di regnare su tutti. Roberto Rapaccini

 [1] Indro Montanelli.