RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 30 novembre 2020

FLUSSI MIGRATORI ED ESPANSIONE DEMOGRAFICA MUSULMANA (10 novembre 2017)

 

Negli ultimi giorni sono giunti in Italia più di duemila migranti nonostante il progressivo calo dei flussi dalla Libia dopo che l’Italia ha stretto accordi con il governo di Fayez al-Sarraj. Molti di loro sono giovani convinti che l’Occidente, secondo l’immagine veicolata dai media e alimentata dai trafficanti (che per promuovere i loro affari hanno tutto l’interesse ad illudere i loro clienti), sia talmente ricco che basta arrivarci per fare fortuna. Questa convinzione si impone sui rischi del viaggio e sulla paura di morire prima di arrivare a destinazione. Negli ultimi due giorni oltre un migliaio di clandestini sono stati riportati a Tripoli e affidati alle agenzie internazionali che li accoglieranno e provvederanno al loro rimpatrio. Complessivamente gli sbarchi sono diminuiti sensibilmente (forse del 30%) rispetto allo stesso periodo di gennaio-ottobre del 2016. Il tema dell’immigrazione è strettamente connesso al timore di un’inesorabile espansione demografica delle etnie di religione islamica. Alcuni anni fa fu pubblicato in Rete ‘Muslim Demographics’, un cortometraggio di circa 7 minuti che diffondeva l’idea di un’Europa che presto sarebbe  diventata musulmana a seguito della fertilità delle famiglie islamiche, sempre più numerose a causa dell’incremento dei flussi migratori. Il tasso di natalità delle famiglie islamiche è infatti intorno all’8 circa, mentre quello medio delle famiglie dell’area comunitaria oscilla fra 1,2 e 1,3. Tuttavia nel caso in questione questa tesi allarmistica, radicata esclusivamente sulla simulazione di situazioni future in base a dati estrapolati dal passato, presenta punti deboli. Innanzitutto a distanza di una generazione i modelli riproduttivi tra le popolazioni ospiti e quelle ospitanti convergono su medesimi valori; ovvero, se il vantaggio riproduttivo degli immigrati di prima generazione sugli autoctoni è sensibile, per le successive discendenze la differenza si riduce fino a essere vicina allo zero, poiché le due componenti generazionali tendono a crescere alla stessa velocità. Questo trend si comprende se si tiene presente uno scenario più ampio che considera l'incidenza concreta di fattori ‘esterni’ come l’influenza di modelli familiari occidentali, i matrimoni misti, l’istruzione scolastica, le ristrettezze economiche, le difficoltà occupazionali, cioè  valutando gli effetti di componenti che determinano la discontinuità o la rottura con il passato. A conferma di quanto detto, in Francia nel periodo dal 1991 al 1998 il numero medio di figli nati da donne immigrate dal Maghreb era di 2,8 contro il 3,3 nei Paesi di origine; le percentuali di fertilità delle donne provenienti dal resto dell’Africa e di quelle di etnia asiatica erano rispettivamente di 2,9 e di 1,8 (contro il 5,9 e il 2,9 registrate nelle regioni di origine). Secondo le stime dell'autorevole agenzia Pew Center, poiché la popolazione musulmana è aumentata in Europa da 10,4 a 19,1 milioni tra il 1990 e il 2010 (in Italia da 0,8 a 1,5) con un tasso medio di incremento intorno al 3%, nel ventennio 2010-2030 i musulmani saliranno probabilmente a 30,2 milioni, con un incremento che scenderebbe a 1,5%. Potrebbe essere fondato quindi ritenere che l’incremento demografico della popolazione islamica si ridurrà gradualmente nel corso dei prossimi decenni. Sullo sfondo resta la sinistra profezia del defunto leader libico Gheddafi (pronunciata nell'aprile 2006): "Ci sono segni che Allah concederà la vittoria all’Islam in Europa, senza spade, senza armi, senza conquista.” Roberto Rapaccini