RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

lunedì 30 novembre 2020

LA CRISI DELL’ARABIA SAUDITA E IL TRAVAGLIO DEL LIBANO (17 novembre 2017)

 

Il principe Mohamed Bin Salman, reggente dello Stato saudita ancora formalmente guidato dall’ultraottantenne padre, ha intrapreso una decisa azione per contrastare la corruzione. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati miliardari, principi, ministri, membri della famiglia reale. Apparentemente si tratta di tentativi di cambiare il volto del Paese, cacciando corrotti e fondamentalisti wahabiti allo scopo di promuovere un Islam moderato. Questi provvedimenti giudiziari sarebbero propedeutici ad un progetto di moralizzazione finalizzato alla modernizzazione del Paese attraverso riforme radicali. In realtà queste clamorose iniziative sono articolazioni della lotta di potere in atto per la successione al trono: gli aspiranti sono più di una dozzina, e Salman sta cercando di liberarsi di scomodi pretendenti. L’attuale instabilità dell’Arabia Saudita conseguente all’attuale situazione istituzionale interna, oltre a preoccupare gli investitori, ha generato una grave crisi finanziaria causata dalla fuga dei capitali a rischio di congelamento da parte delle autorità. Nel contesto mediorientale l’Arabia Saudita sta vivendo un momento di difficoltà: di fatto ha perso la guerra in Siria, quella nello Yemen si è cronicizzata in un conflitto dagli esiti imprevedibili, la leadership regionale sunnita nell’area del Golfo è pericolosamente insidiata da quella sciita iraniana. Il tentativo di destabilizzare il Libano - che probabilmente è dietro alle strane dimissioni del primo ministro libanese Hariri mentre si trovava a Ryad - è quindi presumibilmente uno strumento della monarchia per riacquistare un ruolo internazionale di primo piano. Roberto Rapaccini