RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 8 novembre 2020

LA VITTORIA MALEDETTA (17.8.2019)

Purtroppo quasi giornalmente si registrano gravi fatti di sangue fra Palestinesi e Israeliani. Qualche giorno fa a Gerusalemme, nella Città Vecchia, è stato pugnalato, e per buona sorte ferito non gravemente, un ufficiale di polizia. La reazione delle forze di sicurezza ha causato la morte di uno dei due aggressori. In precedenza, l’8 agosto, era stato ritrovato accoltellato a morte nei pressi di Hebron un militare israeliano.  Questi drammatici fatti mi fanno pensare ad un recente saggio (2017) di Aharon Bregman, scrittore e giornalista israeliano, nel quale la brillante vittoria militare di Israele nella decisiva ‘Guerra dei Sei Giorni’ del 1967 viene acutamente definita ‘maledetta’. Com’è noto, il breve conflitto, che fu combattuto fra Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall'altra, si concluse con una rapida, umiliante e totale vittoria degli israeliani. A seguito degli esiti del conflitto Israele occupò la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza, fino a quel momento territori egiziani, la Cisgiordania e Gerusalemme Est appartenenti alla Giordania, le ‘siriane’ alture del Golan. Ne seguirono le gravi turbolenze relative alla gestione e alla condizione giuridica dei territori occupati, e quelle causate dalla riluttanza di Israele alla restituzione dei territori conquistati[i], e dalle politiche di insediamento coloniale. Come precisa Bregman, gli esiti della Guerra dei Sei Giorni furono un punto di svolta nella percezione della principale questione mediorientale: gli israeliani da vittime accerchiate da minacciose potenze arabe si mostrarono potenti occupanti. Conseguentemente quei drammatici eventi rivelarono che Israele era un ‘Golia’ piuttosto più che un piccolo ‘Davide’: la diffusa istintiva simpatia di parte del mondo occidentale cessò di essere saldamente dalla parte degli israeliani, vittime dell’olocausto nazista e di uno strisciante e mai sopito ricorrente antisemitismo, e cominciò a spostarsi verso le nuove vittime, ovvero gli arabi, principalmente i palestinesi, che avevano subito l’occupazione militare. Per questo il trionfo del 1967 finì per trasformarsi per Israele in una ‘vittoria maledetta’. La storia successiva è la sequenza di tante opportunità per risolvere questo drammatico conflitto, sprecate a causa della rigidità dei governi israeliani e a causa delle divisioni fra i palestinesi, guidati da una leadership politica litigiosa e poco lungimirante. Roberto Rapaccini

 

[i] Il Sinai fu restituito all’Egitto tra il 1979 e il 1982. Successivamente Israele si ritirò parzialmente anche dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. Buona parte della Cisgiordania, la Gerusalemme Est araba e le Alture del Golan restano sotto stretto controllo israeliano.