RASSEGNA STAMPA S.

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PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

domenica 8 novembre 2020

IL FASCISMO ISLAMICO (19.8.2019)

Agli inizi di questo secondo millennio, in relazione alle crescenti conflittualità fra la civiltà occidentale e il mondo musulmano e alle derive violente di movimenti sunniti ultraconservatori, si è fatto ricorso a neologismi come ‘fascismo islamico’, ‘islamofascismo’, o espressioni simili. Questa locuzione in maniera minoritaria è utilizzata anche da chi, sottolineando il carattere ideologico della religione musulmana, sostiene che non esiste un Islam moderato [1]. La locuzione di per sé non significa nulla se non viene precisata e circostanziata. Già il termine fascismo è ambiguo: tecnicamente dovrebbe essere riferito solo al movimento - poi divenuto partito nel 1921 – che, preso il potere in Italia, instaurò un regime autoritario che dal 1922 si protrasse fino al 1943. In maniera convenzionalmente non pacifica l’attributo è stato esteso a qualsiasi dittatura di destra; con modalità analogamente controverse l’aggettivo è usato anche per definire una concezione dei rapporti umani basata sulla prevaricazione e sul ricorso alla forza. Similmente, il termine ‘fascismo islamico’ ha una duplice valenza: può riferirsi all’estremismo islamico quando assume tratti autoritari, intolleranti, o antisemiti, o, in maniera meno banale e sicuramente più interessante, si usa per definire i rapporti tra il regime fascista e il mondo islamico. È noto che Mussolini ricevette nel 1937 la ‘spada dell’Islam’, arma bianca riccamente decorata donata da un capo berbero al Duce in quanto ritenuto protettore dell’Islam. Considerato che Mussolini fu sempre attento a mantenere l’appoggio dei fedeli cattolici, la sua volontà di accreditarsi come leader politico occidentale rispettoso delle istanze del mondo islamico probabilmente deve considerarsi motivata solo da opportunismi strategici e geopolitici, ovvero dallo scopo di facilitare il perseguimento pacifico di interessi coloniali senza apparire ‘imperialista’. La propaganda di regime era in sintonia con questo intento: cercò infatti di motivare con fini umanitari la guerra in Etiopia, giustificata come operazione di liberazione dei musulmani dalle vessazioni del governo del Negus. Analogamente e coerentemente con questo intento il Fascismo in Libia costruì e restaurò moschee e inaugurò scuole di cultura islamica. In sintesi la propaganda cercava di trasmettere l’idea che il Fascismo stesse perseguendo una missione civilizzatrice, sperando di fare dei musulmani dei bravi sudditi coloniali devoti al loro capo. Le relazioni fra Islam e Occidente, nonostante la particolare attualità, hanno radici remote nel tempo, e si sono sviluppate dialetticamente per tutto il secolo scorso. Il loro approfondimento può sicuramente contribuire alla comprensione del presente. Roberto Rapaccini

 

[1] In proposito, il politologo egiziano ha affermato: “L’islam moderato non esiste. Dai tempi di Maometto l’islamista aspira alla teocrazia, lo Stato con Dio come sovrano. Dobbiamo vigilare affinché la cultura islamo-fascista non pervada la società europea” (da L’Espresso, ‘."La radice dell'Islam è fascista e i moderati musulmani non esistono’, 16.1.2015