RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 5 novembre 2020

LA TRADUZIONE DEI LIBRI: UNO STRUMENTO DI OSMOSI CULTURALE FRA OCCIDENTE E MONDO MUSULMANO – II parte (18.05.2020)

 Il mondo islamico, attraverso l’edizione in arabo o altre lingue nazionali di libri stranieri, in particolare ‘occidentali’, manifesta con prudente cautela un interesse crescente per la cultura di diversa matrice. Le trasposizioni linguistiche riguardano principalmente la narrativa, ma si traducono anche dizionari, opere scientifiche, saggi, libri per ragazzi e per bambini. In Egitto ed in Libano ogni anno si pubblicano dai 350 ai 400 libri stranieri (non arabi). Queste iniziative sono state favorite dalla partnership fra case editrici, come quella fra l’egiziana Shourouk e la britannica Penguin, che ha consentito di proporre al lettore mediorientale ed egiziano opere come ‘l’Odissea’, ‘Il Principe’ di Macchiavelli, ‘Pigmalione’ di George Bernard Shaw, ‘Furore’ di John Steinbeck. Il progetto editoriale in compartecipazione tra la Penguin e Dar El Shourouk (che è la più importante casa editrice egiziana) fu lanciato nel 2010 per offrire a lettori arabi alcuni tra i più rappresentativi titoli della letteratura classica europea e nordamericana, selezionati nella collezione ‘Classics’ del colosso editoriale anglosassone.  L’inglese è la lingua più tradotta: solo in Egitto dal 2000 al 2006 sono state tradotte e pubblicate 1700 opere originalmente in lingua inglese, ovvero più del 75% di tutte le traduzioni.  Un’altra partnership è stata quella fra Bloomsbury Publishing e Qatar (terminata da alcuni anni), che ha curato la pubblicazione in arabo di opere inglesi e francesi. L’inglese funge spesso da lingua di transito di altre lingue verso l’arabo (ad esempio, non si traduce in genere un libro dal finnico, dal giapponese, dal cinese o dallo svedese, ma si traduce la corrispondente edizione britannica o americana).  La seconda lingua più tradotta è il francese, che rappresenta il 30% delle traduzioni in arabo. Solo in Libano - che ha una popolazione francofona del 40% circa – fino al 2008 erano poco più di un migliaio le edizioni di opere francesi pubblicate in arabo. Gli autori più tradotti sono scrittori classici o moderni - come Jean-Paul Sartre, Molière, Victor Hugo, Albert Camus e André Malraux - scrittori vicina alla cultura araba e islamica come Roger Garaudy, e autori arabi di lingua francese - come Mohammed Arkoun, Amin Maalouf, Samir Amin, alcuni dei quali descrivono l’atmosfera della periferia parigina, les bainlieue, trattando le problematiche arabe nei Paesi di immigrazione. La terza lingua più tradotta è il persiano, mentre la quarta è il tedesco. I lavori di Hermann Hesse e di Bertold Brecht sono i più gettonati.  Poco tradotte sono le opere in lingua spagnola: una quarantina l’anno. Gli ispanici più popolari nel contesto letterario arabo sono  Gabriel García Márquez, Jorge Luis Borges, Miguel de Cervantes, Isabel Allende, Federico García Lorca, Mario Vargas Llosa, Julio Cortázar. Le opere italiane tradotte in arabo sono circa 350/400; più del 30% sono opere letterarie. Gli autori più tradotti sono Italo Calvino, Alberto Moravia, Luigi Pirandello e Umberto Eco. Generalmente le traduzioni avvengono direttamente dall’italiano, con poche eccezioni di opere tradotte tramite l’inglese. Un valido contributo alla diffusione della letteratura italiana viene dalla creazione di specifici dipartimenti in alcune  Università arabe, come a Manouba in Tunisia, ad Ain Shams e Helwan in Egitto, e a Damasco.  Inoltre alcune personalità  arabe hanno contribuito molto alla diffusione della conoscenza di classici italiani: in particolare, il giordano Issa Al Naouri, il libico Khalifa Tillisi e Hassan Osman. Khalifa Tilissi è autore di un importante dizionario arabo-italiano, mentre Osman ha curato una traduzione in arabo della Divina Commedia dalla quale ha però omesso i versi che riguardano Maometto, considerate offensive nei confronti del Profeta dell’Islam. Il Libano è il Paese che ha orizzonti culturali più ampi. Nelle librerie di Beirut possono essere acquistati libri sulla Siria, sullo Sciismo nei Paesi del Golfo, sui documenti di Wikileaks relativi al Libano, oltre a ‘classici’ di autori di fama internazionale tradotti in arabo. L’interesse arabo per la cultura occidentale ha un trend in ascesa. E la cultura getta ponti fra terre separate dal mare dei pregiudizi e dell’ignoranza. Roberto Rapaccini