RASSEGNA STAMPA S.

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• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

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TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 5 novembre 2020

LA TRADUZIONE DEI LIBRI: UNO STRUMENTO DI OSMOSI CULTURALE FRA OCCIDENTE E MONDO MUSULMANO – I parte (17.5.2020)

Lo strumento privilegiato per attuare un’osmosi fra diverse culture è la traduzione dei libri: attraverso le pubblicazioni un popolo comunica all’estero i connotati della propria civiltà. Le traduzioni facilitano quella circolazione di idee sulla quale si struttura il dialogo interculturale. Questo aspetto assume importanza anche nei rapporti fra Occidente e mondo islamico. L’Europa traduce poche opere scritte in originale in arabo. Fa eccezione la Francia per la presenza sul suo territorio di una numerosa comunità maghrebina, ma si tratta solo di una sessantina di volumi l’anno, che corrisponde a meno dell’1 % di tutti i libri tradotti in Francia nella lingua nazionale. In generale, negli Stati europei la media della traduzione dei libri arabi è di circa un testo ogni mille (tradotti). Escludendo i libri sacri come il Corano, i classici come le Mille e una Notte, e le opere di scrittori affermati come Gibran, Ala Al Aswani e Naguib Mahfouz, i libri tradotti da lingue di Paesi islamici hanno scarsa visibilità nei media, nelle librerie e nelle biblioteche occidentali. In Israele le traduzioni in arabo sono rare nonostante gli arabofoni siano il 25% della popolazione; questo dato è sintomatico dei rapporti di potere fra le due etnie, quella araba e quella ebraica. Anche il turco è poco tradotto. In Francia i libri ‘turchi’ in francese sono lo 0,1/0,2 % delle pubblicazioni tradotte. Queste cifre mostrano quanto scarsa sia la considerazione della produzione letteraria dei Paesi islamici, nonostante gli Stati europei che si affacciano sul Mediterraneo abbiano condiviso parte della loro storia con le popolazioni nordafricane e mediorientali. Le traduzioni di libri arabi nelle lingue dei Paesi dell’Europa orientale o settentrionale spesso ‘transitano’ per lingue terze, principalmente il francese e l’inglese (cioè sono tradotte dalla versione inglese o francese anziché dall’originale). Segnatamente il 30% circa delle opere tradotte dall’arabo passano attraverso il francese. La letteratura araba e turca è pressoché sconosciuta nell’Europa dell’est e nell’area balcanica; sono tradotti tuttavia gli scritti religiosi destinati alle minoranze musulmane.  I saggi arabi in materia di scienze sociali in genere sono raro oggetto di traduzione e questo è sintomatico dell’assenza di un dibattito su questi temi. In generale l’Europa, ostaggio del proprio etnocentrismo, non sembra apprezzare la produzione intellettuale che proviene dal mondo islamico (Turchia compresa). A causa di questo deficit di conoscenza quello che sappiamo del mondo arabo lo apprendiamo prevalentemente da autori europei, soprattutto francesi, e non da una fonte autentica e diretta. Per questo abbiamo difficoltà ad interpretare tutto quello che si agita nel cosmo islamico, Turchia compresa. Roberto Rapaccini