Alla
vigilia del vertice di Davos (23-26 gennaio), l'annuale Forum
economico mondiale cui partecipano esponenti di primo piano
della politica e dell'economia internazionale, convocato per
discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, è
stato diffuso il rapporto annuale dell’Oxfam, un’associazione internazionale
che si occupa di misure per ridurre la povertà globale. È emerso un
quadro inquietante. L'1% della popolazione mondiale detiene più ricchezza
del restante 99%. Il rapporto precisa che 42 persone possiedono la stessa
ricchezza dei rimanenti 3,7 miliardi. Inoltre, l'82%
dell'incremento della ricchezza globale, registrata nel 2017, è stata
appannaggio dell'1% della popolazione mondiale mentre il 50% non ha beneficiato
di nessun incremento. La ricchezza dei miliardari è legata molto più a
posizioni di rendita, al monopolio e al clientelismo, che alla fatica del
lavoro. La situazione va peggiorando dal momento che 7 cittadini su 10
vivono in un Paese in cui la disuguaglianza è aumentata negli ultimi 30 anni.
La povertà è in costante aumento e rende intollerabili queste sperequazioni
sociali ed economiche alle quali finora siamo stati supinamente abituati. Non
dobbiamo dimenticare che dietro questi numeri, così freddi e anonimi, ci sono
persone, ovvero delinquenti, trafficanti di droga e di armi, ricchi
industriali, pluripagati fenomeni dello sport e dello spettacolo, artisti, e
tanta gente comune. In altri termini il lavoro pericoloso e scarsamente
pagato della maggioranza della popolazione mondiale alimenta l’estrema ricchezza
di pochi. La disuguaglianza sociale spinge il gruppo dominante a
sostenere la gerarchia esistente con ogni mezzo, anche violento, per proteggere
il proprio status. Tutto questo provoca un consolidamento delle disuguaglianze.
Roberto Rapaccini