Un
nuovo atto terroristico si è verificato a Kabul oggi 29 gennaio presso
un’accademia militare dove un commando di cinque uomini ha ingaggiato uno
scontro a fuoco con i soldati. L'azione terroristica - il cui primo bilancio è
superiore ad una decina di morti - è stata rivendicata dall'Isis. La capitale
dell’Afghanistan continua ad essere teatro di gravi attentati dopo l’esplosione
dell’autobomba del 27 gennaio scorso che ha causato la morte di più di cento
persone: questo sanguinoso progetto criminoso è stato attuato da un gruppo di
militanti talebani. L’Afghanistan acquistò la piena indipendenza dal Regno
Unito nel 1919 a seguito della conclusione della terza guerra anglo-afghana.
Dopo un affrettato tentativo di occidentalizzazione, dagli anni ‘30 agli anni
‘70 si sono avvicendati regimi che hanno continuato una prudente
modernizzazione del Paese. La Costituzione del 1964 avrebbe dovuto istituire
una democrazia parlamentare, ma i contrasti tra le forze politiche ne
impedirono l’attuazione. Nel 1973 ci fu un colpo di Stato di militari ispirato
da esigenze di riforma che tuttavia rimasero disattese. Nel 1978 un nuovo colpo
di Stato portò al potere il segretario del Partito comunista; il nuovo regime
era fortemente osteggiato dai ceti islamici tradizionalisti e combattuto da una
guerriglia da essi alimentata. Questa situazione di confusione istituzionale
motivò l’intervento militare sovietico nel 1979, a seguito del quale fu
nominato primo ministro B. Karmal. Questo governo non ottenne il
riconoscimento internazionale: l'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite votò a larga maggioranza una risoluzione che deplorava fortemente le
iniziative dei militari sovietici chiedendone il ritiro. Le gravi perdite
subite a seguito delle veementi azioni di guerriglia dei mujaheddin, inquadrati
su base etnica e territoriale, e l’isolamento internazionale nel quale venne a
trovarsi l’URSS, determinarono il graduale disimpegno sovietico, che si
concluse nel febbraio del 1989. Dopo alcuni anni di guerra civile e di incerte
condizioni di anarchia, nel 1996 Kabul cadde in mano ai talebani, che imposero
misure radicali mutuate da una letterale e dogmatica applicazione della Sharia.
Il regime talebano, reo di aver favorito la latitanza di Osama Bin Laden, venne
rovesciato nel 2001 a seguito di pesanti bombardamenti da parte dell’aviazione
angloamericana. La conferenza di Bonn convocata nel dicembre del 2001 stabilì
l’avvio di un processo di ricostruzione politica del Paese, che si sarebbe
dovuto iniziare con l’adozione di una nuova Costituzione. Nel dicembre 2004,
Hamid Karzai, gradito al governo statunitense, divenne il primo presidente
dell'Afghanistan eletto democraticamente. Dopo un secondo mandato, la
presidenza di Karzai si concluse nel 2014. Le successive travagliate e
controverse elezioni presidenziali del 2014, gravate da accuse di brogli,
decretarono l’avvento della presidenza, tuttora in atto, di Ashraf Ghani. Come
provano le recenti azioni terroristiche il Paese, politicamente instabile, è
ostaggio dell’incombente presenza clandestina talebana ed è minacciato dalle
iniziative dei militanti di gruppi fondamentalisti islamici. Roberto Rapaccini