RASSEGNA STAMPA S.

RASSEGNA STAMPA S.
Clicca sull'immagine
• Il Passato sarà un buon rifugio, ma il Futuro è l'unico posto dove possiamo andare. (Renzo Piano) •

PAESI DELLA LEGA ARABA

PAESI DELLA LEGA ARABA

TESTO SC.

La differenza tra propaganda e istruzione viene spesso così definita: la propaganda impone all’uomo ciò che deve pensare, mentre l’istruzione insegna all’uomo come dovrebbe pensare. (Sergej Hessen)

giovedì 26 novembre 2020

I COLLOQUI PER LA PACE IN SIRIA (2/3/2018)

 

L’unico strumento in grado di garantire il ritorno della pace in Siria, è una soluzione negoziata. Tuttavia, le numerose e ambiziose iniziative diplomatiche promosse dalle Nazioni Unite o da alcuni Paesi direttamente o indirettamente coinvolti nel conflitto non hanno finora conseguito risultati apprezzabili. I colloqui fra il governo e l’opposizione hanno come obiettivo principale il raggiungimento di un definitivo ‘cessate il fuoco’ e la definizione di una transizione politica. Il punto più controverso è sempre stato e rimane la sorte di Bashar Al-Assad. Di seguito si evidenziano le tappe più significative. Dopo alcuni tentativi di mediazione intrapresi dalla Lega Araba, il primo incontro fra le parti si tenne a Ginevra nel giugno del 2012. Non ebbe esiti di rilievo. Nel 2014 Staffan de Mistura sostituì Kofi Annan come inviato speciale dell’Onu. Nella conferenza di Astana in Kazakistan nel maggio del 2017 le trattative furono mediati da Russia, Turchia ed Iran: i tre Paesi convennero sulla costituzione di una safe-zone nelle regioni di confine della Siria con la Turchia e la Giordania al fine di proteggere i profughi, particolarmente numerosi in quell’area. L’opposizione respinse il documento perché riteneva opportuno che il provvedimento riguardasse tutto il territorio siriano. I ribelli inoltre chiedevano anche il ritiro delle milizie sciite appoggiate dall’Iran. La Giordania non partecipò ai lavori, ma nell’occasione tenne contatti bilaterali con alcuni partner. Recentemente nel gennaio del 2018 le parti si sono incontrate a Sochi, sul Mar Nero. Si è raggiunto l’accordo sulla necessità di garantire la sovranità e l’integrità territoriale della Siria. Per la transizione verso un governo democratico si è ipotizzata la costituzione di un Comitato di 150 membri, composto da forze governative e dell’opposizione, con il mandato di promuovere le necessarie riforme. Potrebbe trattarsi di un primo passo significativo. Ottimisticamente l’inviato speciale delle Nazioni Unite Steffan De Mistura ha definito il punto un passaggio dalla teoria alla pratica. Questi accordi saranno la base dell’agenda dei prossimi incontri che si terranno a Ginevra. Poiché ai lavori non hanno partecipato alcune componenti ‘ribelli’ importanti con l’intento di boicottare la conferenza, l’intesa raggiunta in concreto ha poche prospettive di trovare attuazione. Inoltre le forze governative, sostenute da Mosca, considerati i recenti successi bellici, potrebbero essere meno disponibili a cedimenti di sovranità. Il processo di pace è complicato anche da concomitanti eventi che rilevano a livello geopolitico e regionale, come l’offensiva turca contro i curdi. La partita quindi resta ancora aperta: le ambizioni della Russia di raggiungere nel recente incontro a Sochi un accordo definitivo non si sono realizzate. Roberto Rapaccini